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La vera storia di Arnoldo Mondadori: i rapporti col fascismo, la vita privata e l’editoria per tutti

Questa sera va in onda la docufiction su Arnoldo Mondadori, l’editore più importante del ‘900 italiano. Qui la sua storia.
A cura di Vincenzo Nasto
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Foto di Arnaldo Mondadori
Foto di Arnaldo Mondadori

Questa sera, in onda su Rai 1, la docufiction su Arnoldo Mondadori, uno degli editori più importanti del ‘900 italiano, che ha attraversato gli anni della Grande Guerra e del fascismo. Proprio il rapporto con lo stato maggiore ha influenzato la crescita e l'esplosione della sua casa editrice, dopo aver ottenuto commesse militari, incominciando a stampare per i soldati al fronte, due giornali con illustrazioni, "La Girba" e "La tradotta".

Oltre al rapporto con Gabriele D'Annunzio, Walt Disney ed Ernest Hemingway, a rendere celebre la vita dell'editore sarà la sua iniziativa del 1965: una collana di libri tascabili nelle edicole (i futuri Oscar Mondadori), promuovendo il libro da oggetto di lusso ad articolo di diffusione culturale. Sposa Andreina Monicelli, sorella del regista Mario e figlia di Tomaso, con cui fonderà nel 1911 "La sociale", ciò che poi sarà la futura casa editrice Mondadori. Dal matrimonio nacquero Alberto, con cui avrà dissidi e scontri familiari, Giorgio, Laura e Cristina.

L'infanzia e il primo libro regalatogli da una maestra

Arnoldo Mondadori nasce il 2 novembre del 1889 a Poggio Rusco, in provincia di Mantova da un padre calzolaio ambulante, che dopo pochi anni trasferisce la famiglia a Ostiglia, dove aprì un'osteria. Le gravi ristrettezze familiari dell'epoca lo costringono ad abbandonare la scuola appena in quarta elementare, senza prendere la licenza. Nel suo periodo scolastico, viene iniziato alla lettura da una maestra, che gli regala il suo primo libro, per premiare un tema particolarmente fantasioso. Siamo nei primi anni del 1900 e la sua storia sarebbe cambiata da lì a poco, da giovanissimo studente alla propaganda socialista.

Il lavoro in tipografia e la nascita della A. Mondadori editore

Nel 1907, all’età di sedici anni, si fa assumere in una tipografia. Qui ben presto si adopera per stampare un proprio giornale di propaganda socialista che, nello stesso anno, viene pubblicato: si chiama "Luce". Si tratta della prima pubblicazione di Arnoldo Mondadori che da lì a poco conoscerà Tomaso Monicelli, padre del regista neorealista Mario Monicelli e di Andreina Monicelli, colei che diventerà sua moglie. L'anno dopo, insieme al drammaturgo, fonda "La sociale", una costola di ciò che diventerà la futura casa editrice Mondadori. All'arrivo della prima guerra mondiale, Mondadori riesce ad aprire un suo stabilimento tipografico, fondando contemporaneamente una sua casa editrice indipendente specializzata in libri didattici: "La Scolastica". Successivamente nacque nel 1919 la Casa editrice A. Mondadori con sede a Ostiglia, stabilimenti a Verona e amministrazione a Roma.

Arnoldo Mondadori, 1932
Arnoldo Mondadori, 1932

L'amore per la moglie Andreina e il matrimonio

Dal rapporto con la famiglia Monicelli, nascerà anche l'amore con la figlia di Tomaso Andreina, che Mondadori deciderà di sposare nel 1913. Siamo all'alba della prima guerra mondiale, di uno dei conflitti che rallenterà la crescita esponenziale della casa editrice, ma il matrimonio tra i due dimostrerà l'unione familiare, sia sul fronte privato che su quello lavorativo. La donna supporterà il marito in ogni sua iniziativa, rimanendo al suo fianco anche nei momenti più duri. Dalla loro unione sono nati diversi figli. Tra questi troviamo Alberto Mondadori, che ha seguito le orme del padre in campo editoriale, ma anche Laura, Giorgio e Cristina.

L'attività editoriale di Mondadori durante il fascismo e i rapporti con D'Annunzio

Durante la Grande Guerra, il giovane editore incomincia a stringere i rapporti con lo Stato Maggiore, riuscendo a ottenere delle commesse militari, che finanzieranno la crescita della casa editrice. Comincerà anche a stampare per i soldati al fronte due giornali con illustrazioni, "La Girba" e "La tradotta". Nel frattempo, alla fine degli anni '10, intuì le grandi potenzialità di Gabriele D'Annunzio, il poeta reduce dall’impresa fiumana. Lo scrittore abruzzese entra nella cerchia dei futuri autori pubblicati da Mondadori. Nel 1919 Arnoldo si trasferisce a Milano dove costruisce un’azienda nuova di zecca, forte di 250 lavoratori.

Con l'avvento del fascismo, Mondadori dichiarò di aver stampato nella propria tipografia di Verona manifestini della marcia su Roma, cercando di stringere rapporti più stretti con i capi del fascismo e lo stesso Mussolini. Una delle prime occasioni fu la pubblicazione della biografia del Duce, intitolata "Dux", scritta da Margherita Sarfatti. Nel frattempo, anni prima, aveva firmato l'esclusiva con Walt Disney e diventa l'editore italiano di "Topolino", a tal punto che lo stesso ideatore lo andrà a trovare nel 1934 nella sua villa di Meina, sul lago Maggiore.

Gabriele D'Annunzio
Gabriele D'Annunzio

La ricostruzione dopo la guerra e lo scontro con il figlio Alberto

Dopo il trasferimento della direzione amministrativa, prima a Verona e poi ad Arona nel 1942, a causa dei primi bombardamenti, l'anno successivo Arnoldo Mondadori si rifugiò in Svizzera, dove nel frattempo si erano già recati i due figli Alberto e Giorgio. Fu proprio in Svizzera che si delineò quel contrasto col primogenito Alberto, già collaboratore della casa editrice e direttore della rivista Tempo, che avrebbe caratterizzato gli anni del dopoguerra e della ricostruzione. Il primo conflitto emerse già alla fine della guerra: in una lunga lettera al padre del 1945, Alberto, che aveva maturato una sincera scelta antifascista affermò la necessità di una svolta militante che ponesse apertamente la casa editrice nell'ambito politico progressista.

Alberto Mondadori, Nini Bompiani, Arnoldo Mondadori e Valentino Bompiani
Alberto Mondadori, Nini Bompiani, Arnoldo Mondadori e Valentino Bompiani

Un processo che non venne accettato a cuor leggero dal padre, che si dichiarava nettamente contrario, per ricordare la vocazione commerciale della casa editrice. Il 26 marzo 1958 Alberto Mondadori annunciava in una lettera a Jean-Paul Sartre l’imminente fondazione di una casa editrice: questa sarà "Il saggiatore", con lo scopo di " diffondere libri di grande importanza nella storia della cultura, delle arti, delle dottrine e del costume".

Ernest Hemingway e Arnoldo Mondadori
Ernest Hemingway e Arnoldo Mondadori

Il concetto di editoria popolare: gli Oscar Mondadori

Nel 1965, la svolta più popolare: l'iniziativa Oscar Mondadori, una collana di libri tascabili nell'edicole, che traslavano la visione del libro da bene di lusso a oggetto alla portata di tutti, indispensabile ai fini della formazione culturale e sociale. Solo nel primo anno, gli Oscar vendono otto milioni e mezzo di copie e questo permette all'azienda di acquistare la cartiera di Ascoli Piceno, chiudendo definitivamente il ciclo di produzione della casa editrice, che conta ormai 3mila dipendenti. Solo due anni dopo però, il primogenito Alberto Mondadori si allontana definitivamente dalla società.

I premi e i riconoscimenti consegnati ad Arnoldo Mondadori

In quegli anni, sarà insignito dallo stato italiano dei titoli di "Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana", ma anche "Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana" nel 1952. Ritornando indietro nel tempo invece, sarà premiato come "Grande ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia", "Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia" e verrà nominato "Cavaliere del lavoro".

Un'eredità senza tempo: la fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori gestita dal nipote

La Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, conosciuta anche come Fondazione Mondadori, è un'istituzione culturale fondata nel 1969 dagli eredi di Arnoldo Mondadori e Alberto Mondadori e di cui è presidente in questo momento il nipote Luca Formenton Macola. Oltre all'organizzazione di iniziative per tramandare la memoria di Arnoldo e Alberto Mondadori attraverso la catalogazione, l'aggiornamento e la pubblicazione dell'archivio storico, delle case editrici Mondadori e Il Saggiatore, la fondazione si propone come attore nella formazione in campo editoriale e culturale e nella diffusione della lettura, proprio come Arnoldo Mondadori aveva fatto attraverso i suoi Oscar.

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