La strana scelta di Lucio Corsi, a Sanremo 2025 duetta con Topo Gigio: “Mi ha insegnato a essere marionetta”
Ha incuriosito molto la scelta di Lucio Corsi, uno dei Big del prossimo Festival di Sanremo, di portare sul palco dell'Ariston, nella serata dei duetti di venerdì, Topo Gigio, con cui canterà Nel blu dipinto di Blu di Domenico Modugno. Una scelta che, però, rientra perfettamente nella narrazione del cantautore grossetano – che al Festival porterà la canzone "Volevo essere un duro" – che ha abituato chi lo apprezza a scelte anche surreali, come lo sono alcune immagini delle sue canzoni. È stato lui stesso a spiegare il perché di questa scelta, con un post su Instagram pubblicato subito dopo l'annuncio al Tg1 di Carlo Conti, conduttore e direttore artistico di questa edizione.
"Anche i topi possono volare. Sono lieto di annunciarvi che al Festival di Sanremo nella serata delle cover duetterò con il mio amico Topo Gigio sulle note (e le correnti) di “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno – ha scritto Corsi -. Topo Gigio mi ha insegnato come non diventare una marionetta, mi ha insegnato come fare a tagliare i fili di chi ti vorrebbe far muovere a suo piacimento". Una metafora che ha a che fare, quindi con la libertà, ma c'è anche una casualità che, invece, c'entra proprio con la scelta della canzone e dell'artista che verrà coverizzato, ovvero Domenico Modugno.
"Inoltre Topo Gigio esordì in televisione nel 1959 proprio con la voce di Modugno, in qualche modo è come se incontrasse nuovamente la sua canzone. Volare, Nel blu dipinto di blu, è la canzone delle canzoni poiché l’elemento della musica è l’aria – continua Corsi -. L’hanno cantata tutti, da Paul McCartney a Bowie fino a Troisi in ‘Non ci resta che piangere'. Insomma, penso che un sogno così non ritorni mai più". Per la sua prima volta in gara, Corsi arriva con "Volevo essere un duro" – che abbiamo ascoltato in anteprima -, canzone scritta e composta dal cantautore assieme a Tommaso Ottomano, che hanno curato anche la produzione assieme a Antonio “Cuper” Cupertino. Il brano, racconta il cantautore "parla di quanto il mondo ci vorrebbe infallibili, con la solidità dei sassi e la perfezione dei fiori, senza dirci però che tutti i fiori sono appesi a un filo. Parla (ammesso che questa canzone abbia una bocca) del fatto che sia normale diventare altro rispetto a ciò che si sognava".