video suggerito
video suggerito

La storia di come un pugno cambiò il colore dell’occhio di David Bowie

George Underwood e David Bowie sono diventati amici all’età di nove anni, in piena adolescenza litigarono per una ragazza, un litigio che spinse Underwood a prendere Bowie a pugni, provocandogli il cambiamento del colore degli occhi.
A cura di Elena Betti
87 CONDIVISIONI
David Bowie (Getty Images)
David Bowie (Getty Images)

George Underwood, 77 anni, artista a tutto tondo, pittore e musicista. Per gli addetti ai lavori un nome abbastanza noto, per altri un nome qualunque. Un uomo che un giorno si è fatto prendere dalla rabbia perché un amico gli aveva fatto saltare un appuntamento con una ragazza che gli piaceva. Per il nervosismo Underwood aveva tirato un pugno vicino all’occhio dell’amico. Quell’amico era David Robert Jones, noto come David Bowie, e quel pugno gli causò l’alterazione dei connotati, rendendo l’occhio sinistro di un colore diverso dal destro.
Alla BBC, Undwerwood racconta il suo rapporto di amicizia con Bowie in occasione dell’allestimento di una mostra di beneficienza per il 50esimo anniversario dell’uscita dell’album Diamonds Dogs di David Bowie. Per festeggiare questa ricorrenza l’associazione benefica War Child ha lanciato Sound & Vision, esposizione e asta ispirata al testo del brano Rebel Rebel di Bowie “We like dancing and we look divine”, in mostra il 26 e 27 settembre, con l’asta in svolgimento da 17 settembre al primo ottobre. Per celebrare l’amico, Underwood, uno dei 33 artisti che espongono alla mostra, ha ricreato una nuova versione del dipinto Dancing with Giants disegnando due ballerini con indosso gli stessi abiti indossati da Bowie nel celebre concerto al Rainbow Theatre nel 1972, quando il cantante si era presentato con il suo alter ego Ziggy Stardust. George racconta che Bowie e i ballerini indossavano delle “adorabili tute che imitavano la forma delle ragnatele”.

L’infanzia e l’amicizia durante la scuola

“Ci siamo incontrati quando avevamo nove anni e abbiamo iniziato subito a parlare di musica, di quello che andavano in onda in televisione e di tutto ciò che era di moda in quel periodo”, racconta George. Due bambini che diventano amici nel sobborgo di Bromley: "Stavamo sempre insieme, eravamo molto amici e andavamo su e giù per Bromley High Street vestiti di tutto punto, cercando di chiacchierare con tutte le ragazze”. I due andavano nella stessa scuola, e fu lì che conobbero Carol, la ragazza della discordia che incrinò momentaneamente il loro rapporto. A una festa di un quindicesimo compleanno Carol invitò George a raggiungerlo la sera successiva in un club per ragazzi. Un grande colpo, pensò Underwood prima di essere bruscamente disilluso dall’amico David che lo informò che in realtà Carol aveva preferito uscire con lui.

L'eteronomia di Bowie (Getty Images)
L'eteronomia di Bowie (Getty Images)

Il pugno che cambiò i connotati di Bowie

George si era arreso e aveva accettato la scelta della ragazza, ma aveva lo stesso deciso di presentarsi al club perché non ci era mai stato. Appena arrivato fu intercettato da un’amica di Carol che lo rimproverò per aver fatto attendere la ragazza più di un’ora. “Ho pensato: Oh-oh, David mi ha detto una bella bugia”, racconta Underwood. La mattina seguente ha sentito l’amico vantarsi di essere uscito con Carol e non ci ha visto più: “Durante l’intervallo andai da lui e lo colpii in un occhio con un pugno”. Il colpo danneggiò in modo permanente la pupilla sinistra del cantante paralizzandola. Da lì in poi non si sarebbe più contratta, neanche in condizioni di luce intensa, conferendo all’occhio l’impressione di essere di un colore diverso dal destro e amplificando l’effetto di occhi rossi nelle foto fatte con il flash. “Non fu un pugno troppo forte, ma evidentemente ho preso un’angolazione strana. È stato semplicemente orribile. All'epoca non mi piaceva. In seguito, David mi disse che gli avevo fatto un favore regalandogli questo aspetto enigmatico e ultraterreno”.

David Bowie al sassofono sul palco con The Konrads, 1963, (Getty Images)
David Bowie al sassofono sul palco con The Konrads, 1963, (Getty Images)

La carriera musicale di Bowie e Underwood

In piena adolescenza Underwood cominciò a cantare nella band The Kondrads, dove Bowie iniziò poi a suonare il sassofono. Più tardi formarono i King Bees, il cui manager era Lesile Conn, ma la band non ebbe lunga vita e i due intrapresero strade separate pur rimanendo molto amici. Un rapporto talmente forte e stretto che quando Bowie doveva partire per il suo tour in America nel 1972, volle al suo fianco l’amico. "All'inizio del '72 mi telefonò e mi disse: ‘Ehi George, farò un tour negli Stati Uniti per circa tre mesi. Vuoi venire con me?' Io ero sposato da circa un anno, ma lui mi ha detto: ‘Porta anche tua moglie, ci divertiremo un mondo'. E chi rifiuterebbe mai un invito del genere”. In quell’anno Bowie adottò per la prima volta l’alter ego di Ziggy Stardust. “Il pubblico lo guardava con la bocca spalancata, non riuscivano a credere a quello che vedevano, lo guardavano come se fosse una creatura di un altro pianeta”, racconta George e aggiunge: “Pensate a quanto è stato coraggioso a vestirsi con quella tuta tutta brillantini”.

Ziggy Stardust, Losa Angeles 1973 (Getty Images)
Ziggy Stardust, Losa Angeles 1973 (Getty Images)

Dalla musica alla pittura

Il business della musica non faceva per me”, spiega, e così si è dedicato agli studi d’arte diventando un pittore. Grazie all’amico Starman, però, Underwood riuscì a conciliare i due mondi. "Un giorno David mi chiamò e mi disse: ‘George, ho questo mio amico che ha appena fatto un disco e sta cercando qualcuno per fare la copertina e ho pensato che saresti stato bravo". L’amico era Marc Bolan, e la copertina che Underwood disegnò fu quella dell’album di debutto del Tyrannosaurus Rex di Bolan – My People Were Fair and Had Sky in Their Hair… But Now They're Content to Wear Stars on Their Brows. George è anche la mano che ha disegnato diverse copertine di Bowie come quella di Hunky Dory e The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars.

Il ricordo di Underwood per Bowie

Amici per tutta la vita, talemente legati da passare sempre le vacanze insieme. "Mi chiamava Michael e io lo chiamavo Robert", dice Underwood con vena malinconica. "Mi manca profondamente, se n’è andato troppo presto. È stato semplicemente fantastico poter stare con lui, era sempre divertente stare con lui, abbiamo riso molto” e infine confessa che l’incidente dell’occhio continua a tormentarlo: "Sono solo un po' preoccupato che possa essere scolpito sulla mia lapide".

87 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views