La storia della chitarra usata da Lucio Corsi a Sanremo 2025: ecco chi è Wandrè
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Gli ultimi minuti sul palco di Sanremo 2025 per Lucio Corsi, quelli che avrebbero accolto la sua ultima performance prima del secondo posto finale della kermesse, hanno messo in mostra un'altra piccola rarità: uno strumento che è riuscito a raccontare un'altra storia, psichedelica e lontana dalla riproducibilità tecnica. Infatti, tra le braccia di Corsi, accompagnando le note di Tommaso Ottomano, c'è una Rock Oval, una chitarra ideata da Antonio Pioli, il vero nome del liutaio Wandrè. Lo stesso modello che compare nel documentario Don't Look Back del regista Donn Alan Pennebaker, che riprende Bob Dylan tra le strade di Londra, durante il tour nel Regno Unito nel 1956, mentre attonito, si lascia andare a: "Non ne ho mai vista una negli Stati Uniti". Bob Dylan non sarà il solo ad apprezzare lo stile futurista dell'artista nato nel 1926 a Cavriago, in provincia di Reggio Emilia: alcune delle sue opere costruite tra il 1957 e il 1968 sono tutt'ora conservate dai Partigiani di Wandrè, un collettivo di cultori delle sue produzioni che ha anche redatto una biografia della sua vita e delle sue opere. Lo stesso collettivo che ha deciso di donare in prestito a Corsi la Rock Oval per la sua esibizione durante la finale di Sanremo 2025. Ma chi è stato Wandrè?
Le origini paterne di Wandrè e la chitarra sul palco di Sanremo 2025
Antonio Pioli nasce il 6 giugno 1926 a Cavriago, provincia di Reggio Emilia. Il padre Roberto lavora come liutaio, costruendo in particolare violini: il soprannome Wandrè sarebbe arrivato proprio dal padre, una traduzione di Va' ndrè (vai indietro in dialetto reggiano). Infatti, come riporta l'opera bibliografica Wandrè l'artista della chitarra elettrica, scritta da Marco Ballestri, il richiamo del padre era ispirato a una tendenza controcorrente del figlio nell'approcciare anche alla costruzione degli strumenti. In oltre 16 anni di apprendistato nella liuteria paterna, attraversati anche da un'attività partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale sulle colline reggiane con l'amico Jazz, Wandrè perfeziona anche la costruzione degli strumenti, che non si traduce semplicemente in una dimensione estetica: sarà tra i primi a utilizzare i manici in alluminio, dai quali toglie le barre necessarie per contrastare la deformazione del legno; una scelta che aumenterà la pulizia del suono. Tra le novità compare anche il ponte sospeso, per agganciare e sostenere le corde e permettere a queste ultime di vibrare con maggiore profondità. Ma soprattutto gli strumenti diventeranno tele bianche in cui imporre nuove geometrie, forme e colori, anche psichedelici come quella mostrata da Corsi sul palco di Sanremo.
Il successo delle sue chitarre elettriche e la nascita della Fabbrica Rotonda
La produzione di Wandrè comincia nel 1957 e in pochi anni vedrà un accesso massiccio nel mercato degli strumenti musicali: è il periodo in cui nascono i contrabbassi e le chitarre BB, Rock and Roll, Waid, Selene, Spazial, Blue Jeans e Piper, nonché le chitarre hawaiane e la Rock Oval che colpiranno anche Dylan. La Rock Oval diventerà anche la prima chitarra elettrica di Adriano Celentano e l’unica elettrica mai usata da Francesco Guccini. Proprio Celentano comparirà nel film Urlatori alla sbarra, diretto da Lucio Fulci, con la Wandrè Oval, mentre duetta con Mina o in Risate di gioia di Mario Monicelli, in cui Totò e Anna Magnani duettano in Geppina donna da fumo, accompagnati da un contrabbasso Wandrè modello Classic. Nei primi anni '60, anche grazie a una produzione di oltre 100mila strumenti l'anno, nasce l'idea della Fabbrica Rotonda, la prima fabbrica di chitarre elettriche in Italia, in cui si affaccia una produzione da catena di montaggio. Wandrè adotterà pratiche di lavoro innovative, come l'annullamento degli orari di lavoro e la partecipazione degli operai nel capitale d'impresa.
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La chitarra per celebrare i Beatles e l'addio nel 1968
Tra il 1963 e il 1968, nascono le chitarre Polyphon, Tigre, Cobra, Etrurian, ma anche la Mini e Psycheledic Sound: tra le più ricordate c'è però la Scarabeo. Si tratta di un'opera progettata dal giovane designer freelance Stefano Beltrami su richiesta di Wandrè stesso, che desiderava creare uno strumento per celebrare i Beatles: come racconta l'opera di Ballestri, nel 1986, a quasi 20 anni di distanza, vince il primo premio del contest Miss off the wall. Si tratta del riconoscimento per la chitarra più originale, patrocinato dalla rivista americana Guitar Player e assegnato da una giuria con a capo Frank Zappa. Ma non solo, perché la sua Rock Oval si aggiudicherà la seconda posizione. Purtroppo però, Wandrè verrà a conoscenza della vittoria solo nel 1991, cinque anni più tardi. La storia della Fabbrica Rotonda si conclude nel 1968, quando piegato dalla pressione di un mercato straniero che propone strumenti riparabili da chiunque a prezzi competitivi, Wandrè abbandona la liuteria a causa di una tiratura annuale sotto i 50mila strumenti: l‘uomo si dedicherà agli abiti di design, collaborando anche con il circolo culturale/artistico Pari e Dispari, oltre ad aderire al movimento neo dadaista Fluxus. Il 15 agosto 2004, a 78 anni, muore a Montecchio per un'insufficienza respiratoria.