La Sfinge simbolista di Fernand Khnopff per la prima volta in mostra in Italia
È appena giunta in Italia e vi resterà fino al 5 giugno, nell'ambito della mostra "Il Simbolismo. Dalla Belle Epoque alla Grande Guerra" che si inaugura il prossimo 3 febbraio a Palazzo Reale, a Milano. L'esposizione comprende 150 tele di Klimt, Moreau e Holder, solo per citarne alcuni, ma la punta di diamante di questo straordinario viaggio nel Simbolismo europeo sarà "Le carezze", l'opera forse più famosa dell'artista belga Fernand Khnopff. È la prima volta in assoluto che l'Italia ospita il celebre dipinto, grazie alla collaborazione con il Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique.
Ferdinand Khnopff è stato uno degli artisti più importanti del movimento dei "Les XX", contemporaneo all'esperienza parigina del Salon degli Artisti Indipendenti: rifiutati dall'accademismo ufficiale, nel 1884 venti fra pittori, scultori e designer fondarono a Bruxelles il Salone dei XX. Khnopff è stato uno degli ispiratori del movimento simbolista belga, grandemente influenzato da Delacroix e da Gustave Moreau, ma soprattutto dai Preraffaelliti e, in particolare, da Edward Burne-Jones.
Nel 1898 a Vienna si inaugurava la prima mostra della Secessione, e un dipinto in particolare attirò l'attenzione dei presenti, destando sconcerto e scalpore: "Les Caresses". Ispirato all'omonimo racconto breve di Greg Egan, il quadro raffigura il mito di Edipo che incontra la Sfinge. L'eroe tebano è rappresentato da un personaggio dalle fattezze androgine, che inclina mollemente il viso ed il busto verso una sfinge dal corpo di ghepardo: la sfinge ha gli occhi socchiusi, l'androgino ci guarda languidamente.
Dipinta due anni prima, nel 1986, la tela esprime come poche altre le tematiche peculiari del movimento simbolista: la Sfinge infatti, insieme ad altre creature ambigue come le sirene, gli angeli, i centauri e le ninfe, popolano l'immaginario simbolista per la loro doppia natura: animale e umana, divina e demoniaca, buona e malvagia, proprio come le misteriose profondità dell'essere umano.
Nella tela di Khnopff la Sfinge vuole rappresentare l'insolubile enigma della vita e del proprio destino; ma soprattutto, con lunga coda sensuale e le movenze sinuose, l'animale acquista una particolare ferocia seduttiva che richiama il ruolo di primo piano che la figura femminile aveva nella pittura del maestro. Per Khnopff la donna sa essere angelo, musa, amica, ma allo stesso tempo ingannevole, tentatrice e perversa: interpretata in questo quadro come allegoria della Lussuria, nel dipinto l'inquietante personaggio incarna le ambiguità del femmineo, un'insidia da cui l’uomo deve costantemente difendersi.