“La seduzione dell’antico”: Picasso, Duchamp, De Chirico, Pistoletto in mostra a Ravenna
L'esposizione, a cura di Claudio Spadoni, dedicata ad alcuni fra i più grandi artisti italiani e moderni, è realizzata grazie al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna. La storia del secolo scorso attraverso uno sguardo diverso, documentando l'attenzione all' “antico” non solo di artisti che non hanno subito le trasgressioni dell'avanguardia, ma anche di quelli che senza rinnegare la loro appartenenza a movimenti e tendenze sperimentali, hanno attinto, in modi diversi, alla memoria storica. Il viaggio nel ‘900, si scandisce in sezioni tematiche, la prima dal particolare titolo “Quel non so che di antico e di moderno” a riprendere una citazione di Carrà e, a seguire, “I generi della tradizione: la Natura morta, il Paesaggio, il Ritratto”, “Turbamenti barocchi”, “Il mito e il sacro”, “Archeologie”, “Citazioni” e “L’attualità dell’antico”.
Il percorso espositivo de “La seduzione dell’Antico”, consta di oltre 130 opere di artisti dal calibro di De Chirico, Morandi, Carrà, Martini, Savinio, Casorati, Sironi, De Pisis, Campigli, Severini. Strutturata in periodi e tendenze presenta così le opere degli artisti: sono trattati i generi della tradizione, il ritratto, natura morta, paesaggio, poi il Barocco e i suoi artisti come Scipione, Fontana, Leoncillo. Poi si passa alle icone pop come Schifano, Festa, Ceroli. L'antico e il post-moderno sono raccontati con le opere di Salvo, Ontani, Mariani e Paladino. Tra gli artisti più importanti del ventesimo secolo sono esposti. Trattato anche il ‘Realismo magico', da Sciltian a Clerici e Guttuso, la Pop Art e l'Arte Povera, con artisti come Paolini, Pistoletto e, tra gli stranieri, Picasso, Duchamp, Man Ray, Dalí, Klein o Christo.
La mostra attraversa l’intera storia del Novecento documentando artisti e vicende che testimoniano una ripresa della tradizione in una restituzione moderna di modelli e valori dell’antico, talora attraverso la citazione esplicita, o in forma evocativa, o come pretesto per una rilettura inedita di opere e figure mitizzate del passato, altre volte con la loro riproposta in veste di icone contemporanee, fino alle operazioni ironiche o dissacratorie condotte da alcuni artisti.