La ‘seconda’ Gioconda è un falso d’autore, merita un posto al Louvre accanto all’originale
"Lisina" è l'unica copia della Gioconda realizzata durante il furto nel 1911. La storia dell'importante riproduzione viene ricondotta direttamente a Marco Morandi, un ex dipendente di banca, residente ad Astano, in Svizzera, nei pressi del confine italiano. Poi di fronte a Dumenza, il paesino del varesotto da cui un imbianchino, Vincenzo Peruggia, partì per rubare il capolavoro di Leonardo da Vinci dal museo del Louvre, da questo momento in poi la Gioconda rimase a Parigi per oltre due anni, nascosta sotto il tavolo della cucina di Perruggia.
La copia d'autore merita un posto al Louvre accanto l'originale
I fatti andarono così, come ha già testimoniato Marco Morandi:
Prima di venire arrestato, Peruggia, chiese al fratello di mio nonno di farne una copia per ricordo. Io adesso l'ho ritrovata, ed è l'unica Gioconda realizzata negli anni del furto. Sarebbe bello vederla al Louvre accanto all'originale.
Non si tratta di un semplice falso ma di un falso d'autore, poiché è l'unica fra le innumerevoli riproduzioni ad essere stata realizzata avendo davanti l'originale: a matita con una particolare tecnica messa in risalto da un color seppia rossastro dando vita ad un risultato eccezionale.
La Gioconda di Astano dimenticata in un ripostiglio
Eppure l'opera è stata dimenticata a lungo nel ripostiglio di una casa di Astano, tra i boschi del Malcantone, vicinissimo al confine italiano. La prodigiosa copia era stata realizzata da un amico pittore, Marco de Marchi, detto Richin, compagno di Peruggia nel corso della lunga permanenza parigina, e poi dimenticata dopo il processo. Fino a quando Marco Morandi, 71 anni, pensionato, pronipote di Richin, non l'ha ritrovata, facendo ordine nella casa dei genitori.
Come ha dichiarato Marco Morandi:
In famiglia sapevamo qualcosa della vita avventurosa del fratello di mio nonno, pittore di ‘decori', emigrato in Francia e poi a Montevideo, in Sudamerica. Ma non avevamo mai realmente associato la sua storia con quella del suo coetaneo italiano, Vincenzo Peruggia. Poi è venuto fuori il quadro della Gioconda, firmato Richin. Abbiamo aperto la cornice, ritrovato frammenti scritti e altri documenti avvolti in un foglio con la scritta ‘proibito tocar'. Insieme ad alcuni esperti, ci siamo improvvisati detective sulle tracce della ‘Lisina', come i due amici chiamavano la Gioconda. E oggi, finalmente, possiamo mettere insieme i tasselli di una storia a dir poco appassionante.