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La rivincita del Cyberpunk in mostra al PAN di Napoli (VIDEO)

L’artista emiliano Marco Bolognesi porta al PAN, Palazzo delle Arti Napoli, il suo progetto “Senday City. Alla fine del futuro”, in programma fino al 28 giugno. Un percorso nell’universo visionario e cyberpunk di Bolognesi che riflette sul rapporto tra uomo e macchina, sul confine tra realtà e simulazione e sugli sviluppi della manipolazione genetica.
A cura di Andrea Esposito
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Il 4 giugno ha inaugurato al PAN, Palazzo delle Arti Napoli, “Sendai City. Alla fine del futuro” – in programma fino al 28 giugno – una mostra di Marco Bolognesi, artista e film-maker bolognese, curata da Valerio Dehò e Massimo Sgroi e promossa dall’assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.

La tappa napoletana segna la terza fase del progetto espositivo (dopo Merano e Bologna) e porta in città la visione distopica, cyberpunk e visionaria di Bolognesi, artista emiliano classe ‘74 che dal 2001 vive in Inghilterra. Secondo le parole del curatore Valrio Dehò: “Il progetto di Senday City ci restituisce un’utopia e un incubo: ‘il sogno dell’uomo di liberarsi dalla sua carnalità e dalla morsa del tempo e la paura di non poter più usare la coscienza per distinguerci dai robot e dalle macchine in genere. Ma per saperlo davvero bisognerà attendere la fine del futuro. Solo allora forse, comincerà il presente”.

L’esposizione è articolata in quadri, realizzati con la tecnica del collage e l’uso di pastelli su carta, fotografie stampate su grossi pannelli di plexiglass che ritraggono per lo più donne guerriere cyberpunk e istallazioni come l’astronave “mock up” al cui interno e visibile, attraverso uno schermo nascosto, una panoramica aerea di Senday City.

Ma che cos’è esattamente Senday City? Innanzitutto più che una città in senso stretto si tratta di un ‘mondo’, interamente creato da Bolognesi e che rassomiglia, anzi prende e mescola insieme, tutti gli elementi della cultura cyberpunk, dai film (“Blade Runner”, “Tetsuo”, “Videodrome”, ma anche classici italiani di Bava) all’immaginario letterario di Huxley, Orwell, Burroughs, ai videogiochi (da “Snatcher” fino a “Perfect Dark”). Questo universo poetico è condensato da Bolognesi in un film manifesto, ancora work in progress, che si chiama “Blu Unnatural” di cui vi mostriamo alcune immagini nel video, realizzato con la tecnica del mash-up, con interventi pittorici sui singoli fotogrammi che a loro volta sono presi in prestito dai film di fantascienza e dai videogiochi amati dall’autore e montati insieme.

Il progetto Senday City è in definitiva uno studio sul potere della tecnologia e sul rapporto tra uomo e macchina, tra carne e metallo (per dirla con Cronenberg), sul confine tra realtà e simulazione e sugli sviluppi della manipolazione genetica. Una mostra molto interessante, un percorso visionario che non delude. Fino al 28 giugno, non perdetela.

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