La risposta di Zerocalcare sulle polemiche di Lucca: “Nessun tifo per la guerra, dobbiamo stare coi popoli”
Il fumettista Michele Rech, in arte Zerocalcare, ha annunciato lo scorso 28 ottobre che non avrebbe partecipato al Lucca Comics & Games 2023, a causa del patrocinio dall'ambasciata di Israele. Nei giorni successivi al comunicato ufficiale dell'artista, Zerocalcare ha dovuto affrontare una grande esposizione mediatica, che si è tradotta in un duro confronto con il mondo del giornalismo e dei social, oltre che della Politica, portando anche ai commenti del Ministro e Vicepremier Matteo Salvini. L'autore romano aveva descritto nel suo comunicato una dimensione ingestibile: "In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un'invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire". Nelle scorse ore, con un racconto illustrato di 24 pagine, su Internazionale, ha raccontato la genesi e la cronistoria della vicenda Lucca Comics & Games 2023.
Il racconto di Zerocalcare sulla vicenda Lucca Comics in 24 vignette
Zerocalcare ha infatti mostrato come la sua decisione sia nata lo scorso martedì 24 ottobre, dopo le osservazioni sulla presenza del patrocinio dell'ambasciata di Israele sull'evento. Nelle vignette, il fumettista mostra i dubbi personali e anche le conversazioni con i colleghi fumettisti avuti in quei giorni sulla partecipazione all'evento, tra le esigenze dell'editore e della kermesse, e le condizioni della guerra a Gaza che son diventate sempre più impattanti nella scelta. Proprio la richiesta di una testimonianza palestinese all'interno della manifestazione lo hanno portato a confrontarsi con una realtà collettiva di cui non ha riconosciuto inizialmente la voce, approcciandosi alla loro sensibilità: "Non ho mai pensato potessero avere una loro sensibilità rispetto a questo. Mi sento ‘na merda". Attraverso il racconto del fumettista, si arriva ai dubbi su come comunicare la scelta all'editore Bao Pubblishing, e all'organizzazione del Lucca Comics & Games 2023: nello stesso momento Zerocalcare affronta le prime critiche su una (allora) mancata presa di posizione sul patrocinio dell'ambasciata di Israele.
L'ultimo messaggio di Zerocalcare sulla vicenda Lucca Comics
Dalla pubblicazione del comunicato, ciò che è avvenuto a Zerocalcare è ormai noto, ma il fumettista ha deciso di lasciare nelle ultime righe del suo racconto, le uniche non disegnate, il suo messaggio finale: "Ci sta una semplificazione che la logica di guerra impone per cui chiedere la fine dei bombardamenti a Gaza significherebbe essere a favore dell'uccisione di civili israeliani o complici degli orrendi episodi antisemiti che si moltiplicano in giro per il mondo. Per me sta roba è inaccettabile visto che da tutta la vita penso che la memoria vada ricomposta, così lo sfregio delle pietre d'inciampo a Roma è un attacco alla nostra memoria collettiva, e le stelle di David fatte a Parigi sono una ferita inferta a tutti. Ma l'odio per ogni forma di antisemitismo e di razzismo non dovrebbe significare chiudere gli occhi di fronte ai bombardamenti che stanno martellando Gaza, come racconta chi pretende di schiacciare e blindare il dibattito. Per me è l'esatto contrario".
Zerocalcare: "Non esistono morti di serie A e serie B"
Nell'ultimo messaggio, Zerocalcare sottolinea la sua visione sul conflitto, sottolineando che non esistono morti di serie A e morti di serie B: "lo non sono il più sveglio della cucciolata, lo so, ma con tutte le contraddizioni del caso cerco di riportare sempre tutto ad una visione del mondo complessiva e coerente, che si basi sull'idea della convivenza tra i popoli oltre gli stati nazione, in cui non esistono morti di serie A e morti di serie B. Per me la coerenza non è dire: siccome sono contro il fondamentalismo, allora Israele ha diritto di ammazzare migliaia di palestinesi per vendetta. Per me significa dire che proprio perché considero atroci i massacri subiti dai civili israeliani, non posso che considerare altrettanto atroce la punizione collettiva a cui sono sottoposti i civili palestinesi. Finché non cambiamo la prospettiva da cui guardare il mondo, finché continuiamo a fare il tifo per uno stato contro un altro, continueremo a scegliere quale massacro giustificare e quale condannare, magari sulla base di interessi commerciali o militari che spesso hanno poco a che fare con gli ideali. Io preferisco spostare il focus sui popoli e sulla necessità di convivere da eguali, e le bandiere degli Stati, specie quelli in guerra, raramente vanno in quella direzione".