La ricerca sonora in teatro: dall’olofonia agli ologrammi sonori, il lavoro di Hubert Westkemper
«Il punto di ascolto ideale in teatro è il centro della platea, ma al centro, nel 90% dei teatri italiani, si trova il corridoio». Partendo da questa semplice affermazione Hubert Westkemper – sound designer affermato del panorama teatrale e artistico italiano – ha deciso di impegnare parte del proprio lavoro nella ricerca di sistemi che possano ovviare ai difetti degli impianti sonori tradizionali.
Una prima tappa di ricerca ha visto la nascita dello spettacolo Elettra, per la regia di Andrea De Rosa, nel quale un sistema olofonico ricreava, attraverso l’utilizzo di cuffie, un ambiente sonoro tridimensionale in grado di proiettare gli spettatori nel mondo interiore della protagonista.
L’attenzione di Hubert si è poi spostata verso sistemi che non obbligassero necessariamente all’utilizzo delle cuffie; anche grazie alla sua visita all’IRCAM, centro europeo di eccellenza per la ricerca sonora e musicale, ha scoperto l'esistenza della wave field synthesis, un impianto che attraverso l’utilizzo di un elevato numero di casse può restituire a tutta la platea l’idea che il suono provenga esattamente dal punto in cui viene prodotto sul palco.
Il sistema, importato in Italia grazie al sostegno di Attilio Ruggiero e del suo service "emmedue", è stato sperimentato da meno di un mese nello spettacolo "Il panico" di Ronconi, al teatro Piccolo di Milano.
Ma restituire la reale provenienza del suono è solo uno dei potenziali di questo sistema che potrebbe invece aprire strade di enorme libertà e novità alle idee di autori e registi tetrali, fino a ricreare un mondo di suoni tridimensionali che – un po’ come il 3D cinematografico – possano avvicinarsi allo spettatore e avvolgerlo.
Una delle caratteristiche più affascinanti del sistema è infine la possibilità di creare ologrammi: entità sonore a cui sia possibile avvicinarsi e girare intorno senza che nei pressi vi sia alcuna traccia di casse, mixer o altro tipo di impianto audio.