La ricerca AIE sulla lettura: “Leggere fa crescere Pil e produttività sul lavoro”
In occasione dei festeggiamenti per i 150 dell'AIE è stato presentato, alla presenza del Capo dello Stato, il Libro Bianco "Sfida al futuro" sulla lettura, una nuova ricerca realizzata da un pool di ricercatori dell’Università di Bologna e del Piemonte orientale, Antonello E. Scorcu, Laura Vici e Roberto Zanola. Lo studio evidenzia lo stretto nesso tra lettura e sviluppo economico e sociale, tant'è che le regioni con più alti tassi di lettura hanno fatto registrare tassi di crescita della produttività più alti, anche a parità di altri fattori, sia riferiti a variabili strettamente economiche, sia connessi al capitale umano quali appunto i livelli di istruzione formale.
La lettura influenza la produttività al lavoro
Gli autori della ricerca, analizzando i dati regionali dal 1995 al 2016 evidenziano, attraverso modelli econometrici, il legame tra la dinamica della produttività del lavoro e quella degli indici di lettura, nel senso che “la dinamica ritardata di tale variabile (l’indice di lettura) esercita un effetto significativo sulla dinamica della produttività del lavoro”. Investire in promozione della lettura, specie nelle zone con tassi di lettura più bassi, è evidentemente un necessario investimento per la crescita del Paese.
Al Sud lettori in diminuzione per la crisi
Lo studio evidenzia un secondo risultato, forse altrettanto significativo: la crisi produce un effetto negativo sugli indici di lettura, più accentuato e duraturo nelle regioni del Sud, già in partenza svantaggiate. È un esito meno scontato di quanto possa apparire. È infatti naturale che una congiuntura economica negativa abbia effetti negativi sugli acquisti di libri e nell’ultima crisi sono stati più severi che in passato. Qui parliamo però di indici di lettura, misurati come percentuale della popolazione che legge almeno un libro l’anno. "L’idea che questa crisi economica abbia indotto una parte degli italiani ad abbandonare la lettura, fenomeno inedito nella nostra storia, è un risultato per nulla scontato. E di grande preoccupazione per la competitività dell’intero Paese" concludono i ricercatori.