video suggerito
video suggerito

La regina degli scacchi e il gender gap: gli scacchi sono un gioco per soli uomini?

Il successo de ‘La regina degli scacchi’, serie tv targata Netflix, racconta la battaglia delle donne per la parità a partire dal mondo degli scacchi. Ma nella realtà le donne campionesse sono rare e il sessismo in questa disciplina è massimo. Tempo fa il grande campione Garry Kasparov dichiarò persino che gli scacchi “non sarebbero nella natura femminile”. Ma è proprio vero?
A cura di Redazione Cultura
407 CONDIVISIONI
Immagine

Può una serie tv aprire un dibattito su un tema come il sessismo? A quanto pare, sì. È quello che sta succedendo con La regina degli scacchi, l'ultimo successo targato Netflix che ha avviato – soprattutto negli USA – una nuova discussione sul maschilismo e sul ruolo delle donne nella nostra società, a partire dagli scacchi. Nella serie disponibile in streaming sulla famosa piattaforma, la protagonista Beth Harmon è una vera grandmaster nella disciplina. C'è subito da chiarire che la storia è tratta dal romanzo dello scrittore Walter Trevis e non da una storia vera, come qualcuno sperava. La realtà, infatti, come dicono molte scacchiste donne, secondo quanto riferisce il New York Times, è molto peggiore della serie. Il mondo degli scacchi, infatti, è uno di quelli dove la presenza e il dominio maschile è fortissima. Esistono addirittura diversi, opinabili studi, che ritengono gli scacchi una disciplina "per maschi", così come un tempo di riteneva della matematica. Ovviamente si tratta dell'ennesima discriminazione di genere, anche perché negli ultimi anni l'ascesa delle donne nel mondo degli scacchi è inarrestabile. Un esempio ne è la signora qui sotto.

Chi è Judit Polgar, la regina degli scacchi ungherese

Judit Polgar, campionessa di scacchi
Judit Polgar, campionessa di scacchi

Judit Polgar è una campionessa di scacchi ritiratasi nel 2014, è forse l"unica donna al mondo che potrebbe davvero sentirsi come Beth, l'eroina della fortunata serie Netflix "La regina degli scacchi". Come Beth, Polgar, che viene dall'Ungheria, si è distinta durante la sua carriera perché ha battuto regolarmente i migliori giocatori del mondo, tra cui Garry Kasparov nel 2002, quando si era classificato al primo posto. Polgar, l'unica donna ad essere mai stata classificata nella Top 10 per il campionato mondiale generale, si è ritirata dagli scacchi competitivi nel 2014. Guardare la serie, che ha descritto come una "prestazione incredibile", le ha dato un senso di déjà vu, in particolare negli episodi successivi.

Ma c'era un aspetto in cui non poteva identificarsi con l'esperienza di Beth: come la trattavano i concorrenti maschi. "Nella mia esperienza" ha dichiarato Polgar al Nyt "Più dimostravo a me stessa di essere brava e guadagnavo posizioni nelle classifiche mondiali, più incontravo uomini che facevano commenti sprezzanti sulle mie capacità e talvolta battute, che pensavano fossero divertenti ma in realtà offensive."

"Addirittura" ha dichiarato Polgar nell'articolo. "C'erano avversari che si rifiutavano di stringermi la mano. C'è stato uno che ha sbattuto la testa sul tabellone dopo aver perso…"

La regina degli scacchi, il successo del momento su Netflix

La regina degli scacchi (The Queen’s Gambit è il titolo originale) è la serie targata Netflix più vista del momento con protagonista una magnetica Anya Taylor Joy ed è uno dei prodotti più interessanti della piattaforma streaming. Tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore Walter Trevis e non da una storia vera, la storia di Beth Harmon, mostra dei punti in comune con la vita dell’autore e con la realtà storica degli Anni Cinquanta. L’unica grande “bugia” sta proprio nel fatto che la protagonista sia una donna, in un mondo di soli uomini, come a quel tempo difficilmente sarebbe potuto accadere.

Il Gender Gap nel mondo degli scacchi

Immagine

In passato, in molti hanno ipotizzato che la ragione per cui ci sono così poche giocatrici di alto livello è perché le donne non sarebbero "predisposte" per questo gioco. Addirittura il campione assoluto di questa disciplina, Kasparov, una volta disse che gli scacchi "non sono nella loro natura".

Dal punto di vista femminile, invece, la ragione principale sta nelle aspettative culturali e nel pregiudizio. Sempre nell'approfondimento dedicatole dal New York Times, Polgar ha dichiarato che la società e persino i genitori possono minare gli sforzi delle loro figlie per migliorare, anche se, nel suo caso, i suoi genitori, in particolare suo padre, hanno fatto il contrario: hanno iniziato a insegnarle gli scacchi quando aveva l'età dell'asilo. Polgar ha anche due sorelle maggiori, Susan, che è diventata gran maestro e campionessa del mondo femminile, e Sofia, che è diventata una maestra internazionale, per aprire la strada e sostenerla.

407 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views