La Rai multata da Agcom perché non paga i diritti musicali: un’altra sanzione dopo Travolta e Televoto
Due anni fa l'AFI (Associazione Fonografici Italiani) aveva riscontrato gravi inadempienze e anomalie nel sistema di pagamento della tv pubblica nei confronti dei produttori discografici che l'avevano portata a "presentare un ricorso per decreto ingiuntivo contro la RAI, la tv di Stato, che negli ultimi dieci anni ha accumulato oltre cinque milioni di euro di debiti per diritti musicali non pagati" come si leggeva nella nota dell'Associazione. E riguardo a questa azione, ieri è arrivata un'altra sanzione alla televisione pubblica che nei giorni scorsi era stata multata anche per i casi di pubblicità occulta per il caso Travolta e quello per i problemi al Televoto nella serata finale del Festival di Sanremo.
Alla Rai, infatti, è stata comminata una multa di 60 mila euro a causa della mancata rendicontazione – e quindi mancato pagamento – della musica di titolarità dei produttori Afi utilizzata all'interno dei programmi Rai: "Dopo John Travolta e il Televoto di Sanremo, Agcom dà ragione anche ad AFI sui diritti musicali non pagati e sanziona per la seconda volta l'emittente pubblica. Sembra che la presentazione dei palinsesti 2024/25 più che una stagione di programmi abbia aperto un periodo di sanzioni per l'emittente pubblica, che registra nel giro di pochi mesi oltre 260 mila euro di multe da pagare e diversi richiami alla revisione delle regole e della capacità, anche tecniche, di gestire in trasparenza ed equità il servizio pubblico radiotelevisivo".
Afi denuncia che negli ultimi cinque anni la Rai abbia evaso pagamenti "per un ammontare che arriva fino a 12 milioni di euro oltre che l'utilizzo dei loro contenuti senza autorizzazione". A commentare questa notizia è l'ex Presidente AFI Sergio Cerruti (attuale presidente della commissione Affari legali e istituzionali dell'Associazione) che spiega in una nota: "La tutela degli interessi dei nostri 750 associati e mandanti è sempre stata l'unico obiettivo delle nostre richieste alla Rai. In un Paese in cui è sempre più difficile richiamare all'attenti la tv di Stato, che pare godere di una deroga al rispetto delle regole, le recenti delibere di AgCom rappresentano un atto coraggioso ed essenziale, in particolare per i nostri produttori a cui è stato tolto il diritto a ricevere i compensi dal lontano 2012"
La nota Afi prosegue così: "Il dispositivo dell'Autorità è una vittoria che arriva in un momento decisivo per la tv di Stato. Basterebbe leggerlo con attenzione per capire che l'emittente pubblica non ha bisogno di nuovi nomi ma di riforme reali e di qualcuno che le faccia rispettare. Purtroppo, però, nel consueto ‘toto-nomi' troviamo sempre gli stessi volti ed è difficile aspettarsi risultati realmente diversi".