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La provocazione di Davide Livermore: “Donne che si fanno definire al maschile? Chiamatemi direttrice”

Il regista Davide Livermore ha lanciato una provocazione, chiedendo di essere chiamato Direttrice visto che “ci sono donne con incarichi di responsabilità che si fanno definire al maschile”.
A cura di Francesco Raiola
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Davide Livermore (Stefania M. D'Alessandro/Getty Images)
Davide Livermore (Stefania M. D'Alessandro/Getty Images)

Nei giorni scorsi era stato annunciata la riconferma del regista Davide Livermore alla guida del Teatro Nazionale di Genova per i prossimi cinque anni, intanto, però, il regista sta portando al al Teatro Gustavo Modena di Sampierdarena, La vida es sueño di Calderón de la Barca in scena dal prossimo 12 ottobre. Proprio parlando di questo spettacolo, Repubblica Genova ha raccontato come il regista, uno dei più noti e apprezzati del panorama operistico mondiale abbia chiesto di essere definito "direttrice del Teatro Nazionale" e non direttore. Il motivo è probabilmente la voglia di usare una provocazione contro le donne che scelgono di usare il maschile nonostante le loro professioni si possano declinare al femminile senza che per questo si forzi la lingua italiana.

Vale per la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che chiede di essere chiamata Presidente – provocando anche strafalcioni come quello in cui Fratelli d'Italia la definisce "un Presidente riconosciuta e apprezzata in tutti i consessi internazionali" – o la Direttrice d'orchestra Beatrice Venezi che preferisce l'appellativo declinato al maschile: "Ci sono donne con incarichi di responsabilità che si fanno definire al maschile. Quanto a me, d’ora in poi chiamatemi direttrice". Come scrive anche Repubblica, infatti, quello di Livermore è "un omaggio e una consonanza con la sua vice Stefania Opisso e una stoccata, deliberata, a quelle donne, anche in posti di grande responsabilità, che preferiscono che l’incarico sia declinato al maschile.

L'idea teatrale di Livermore, tra l'altro, si muove proprio sul crinale di valori che sintetizza così: "Crediamo nel teatro come come casa inclusiva, ospitale, propositiva, accessibile, che giochi un ruolo sociale importante, contribuisce a superare le discriminazioni e a riqualificare il territorio". Il direttore o la direttrice è stata confermata pochi giorni fa alla guida del Teatro di Genova, che ha voluto presentarlo così: "Ci ha reso partecipi di una visione di teatro forte e coraggiosa, le cui linee sono state tratteggiate nel Decalogo, presentato al pubblico all’inizio della sua direzione nel 2020. Con la sua guida il Teatro Nazionale di Genova ha investito su una nuova generazione di registe e registi; ha attratto attrici e attori, artiste e artisti della scena attraverso call pubbliche, aperte per ogni singolo spettacolo di produzione; si è impegnato a offrire al pubblico una proposta teatrale di altissima qualità, mai scontata, sempre aperta alla nuova drammaturgia e alle nuove tecnologie ma contemporaneamente attenta ai classici; ha valorizzato la preziosa eredità lasciata da uomini che hanno fatto la storia di questo teatro".

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