La prima fake news della storia è italiana e 1300 anni fa cambiò il mondo
La prima fake news della storia è italiana e si diffuse all'incirca 1300 anni fa, cambiando la storia del mondo per sempre. Stiamo parlando della Donazione di Constantino che certificava, in segno di gratitudine verso papa Silvestro che lo aveva guarito miracolosamente dalla lebbra, la sua conversione al cristianesimo, a cui era seguita la donazione alla Chiesa di Roma un terzo dell’impero.
Niente di più falso. Eppure questa fake news, che è alla base del potere temporale della Chiesa, durò per oltre mille anni, circolando per tutto il medioevo, fino a quando non sbucò fuori Lorenzo Valla che nel 1440, mettendo a frutto gli studi di filologia e di retorica ma più ancora esercitando lo spirito di uomo libero, rivelò che si trattava di un falso. La parte del documento su cui si basarono le rivendicazioni papali, recante la data del 30 marzo 315, afferma di riprodurre un editto emesso dall'imperatore romano Costantino:
In considerazione del fatto che il nostro potere imperiale è terreno, noi decretiamo che si debba venerare e onorare la nostra santissima Chiesa Romana e che il Sacro Vescovado del santo Pietro debba essere gloriosamente esaltato sopra il nostro Impero e trono terreno. Il vescovo di Roma deve regnare sopra le quattro principali sedi, Antiochia, Alessandria, Costantinopoli e Gerusalemme, e sopra tutte le chiese di Dio nel mondo… Finalmente noi diamo a Silvestro, Papa universale, il nostro palazzo e tutte le province, palazzi e distretti della città di Roma e dell'Italia e delle regioni occidentali.
In realtà, quel falso documento con la donazione di Costantino è stato redatto verso la metà del secolo VIII per fornire una base legale alle pretese papali. Persino Dante nella Divina Commedia ritiene quel documento vero, base del potere della Chiesa: "Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,/ non la tua conversion, ma quella dote/ che da te prese il primo ricco patre". La Donazione di Costantino è un documento apocrifo conservato in copia nei Decretali dello Pseudo-Isidoro e, per interpolazione filologica, nel Decretum Gratianidel giurista Graziano. Il filologo italiano Lorenzo Valla dimostrò in modo inequivocabile che il documento era un falso.