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La Pinacoteca di Brera riapre al pubblico il 9 giugno, come 70 anni fa dopo la guerra

La Pinacoteca di Brera a Milano riapre dopo tre mesi di lockdown nell’anniversario di un’altra riapertura, quella del 1950, dopo i bombardamenti causati durante la Seconda guerra mondiale. Settant’anni dopo, uno dei simboli della cultura italiana nel mondo torna accessibile al pubblico in una Milano di nuovo ferita e pronta a ripartire.
A cura di Redazione Cultura
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La Pinacoteca di Brera e il Cenacolo vinciano riaprono dopo tre mesi di lockdown e lo fanno in una data a dir poco simbolica. Il 9 giugno di settant'anni fa, nel 1950, infatti, il prestigioso museo simbolo di Milano e dell'Italia nel mondo, riapriva al pubblico dopo i bombardamenti del 1943. Si tratta dunque di "Un giorno speciale e simbolico perché lo stesso giorno 70 anni fa, il 9 giugno 1950, la Pinacoteca di Brera riapriva al pubblico dopo i bombardamenti del 1943", hanno spiegano dalla galleria d'arte. Naturalmente questa riapertura, considerando il livello di diffusione della pandemia da Coronavirus in Lombardia e a Milano, è ancora più significativa. Ovviamente, fanno sapere dal museo, il tutto riaprirà secondo un ossequioso rispetto delle norme sul distanziamento fisico e di sanificazione.

Diverse le novità, oltre quelle previste dai protocolli di legge. Da oggi 9 giugno, infatti, i due monumenti simbolo di Milano come il Cenacolo vinciano e la Pinacoteca di Brera tornano accessibili al pubblico con limitazioni, ingressi scaglionati e orario ridotto per garantire il distanziamento. Gratis l’accesso a Brera fino all’autunno. Riapre anche la Biblioteca Braidense dopo tre mesi di attività solo online. I musei civici avevano invece già ripreso le attività a fine maggio.

Nell'intervista esclusiva a Fanpage.it dello scorso aprile, in piena pandemia da Coronavirus, il direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense, James Bradburne, aveva riflettuto sul modo in cui sarebbe cambiata la vita del museo dopo la riapertura: “La pandemia ci imporrà di ripensare il modello di business dei nostri musei – aveva dichiarato – dovremo allontanarci dagli eventi di massa e tornare alle collezioni, il che è una cosa molto positiva.”

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