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La Nuova Zelanda vota per cambiare la bandiera. Più tradizione e meno colonialismo

La Nuova Zelanda si prepara a cambiare la bandiera. Guerre, rivoluzioni, unioni politiche e tradizioni influenzano i colori e i contenuti dei simboli nazionali più evocativi di sempre, le bandiere. Come la storia, la geografia, la cultura e la politica di un Paese possono essere condensate in un unico disegno?
A cura di Federica D'Alfonso
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Il primo ministro neozelandese John Key ha annunciato la sua intenzione di convocare due referendum, il primo nel 2015 e il secondo nel 2016, per adottare una nuova bandiera: alla prima votazione, ha spiegato Key, gli elettori voteranno la loro preferita tra una serie di proposte; la seconda sarà invece una specie di ballottaggio tra la vecchia bandiera e quella più votata al primo turno. La Nuova Zelanda ha infatti lanciato una competizione per trovare un nuovo simbolo che rappresenti la sua identità moderna e multiculturale, oltre che il ricco patrimonio indigeno che la abita da sempre. Sono giunte centinaia di proposte, ognuna delle quali verrà considerata individualmente, prima di stilare la lista delle quattro finaliste. L'attuale bandiera della Nuova Zelanda unisce il vecchio simbolo coloniale britannico, la "Union Jack", su uno sfondo blu, con quattro stelle rosse che simboleggiano la costellazione della Croce del Sud: per un occhio distratto, essa appare molto simile a quella australiana. In passato la forte somiglianza tra le diverse bandiere delle ex colonie britanniche ha creato anche qualche incidente diplomatico: nel 1984 il primo ministro australiano Bob Hawke, in visita ufficiale ad Ottawa, in Canada, fu accolto per sbaglio con la bandiera neozelandese. Tra le proposte più originali degli ultimi giorni c'è anche quella di usare come simbolo nazionale la bandiera degli "All Blacks", la squadra di rugby, che raffigura una felce argentata su sfondo nero.

Tra i progetti proposti c'è una "bandiera Koru": un disegno del 1983 dell'architetto e artista austriaco Friedensreich Hundertwasser, il quale ha vissuto nella piccola nazione del Pacifico meridionale dal 1970 alla sua morte, avvenuta nel 2000. Il disegno, in biancoverde, è basato sul tradizionale maori "koru", una simbolo circolare che ricorda una felce. Il koru, che in lingua maori sta per "cerchio o nodo", rappresenta nuova vita, crescita, forza e pace. È un simbolo importante nell'arte dei Maori, presente sia nelle loro sculture che nei tatuaggi, ed è già usato in forma stilizzata come logo della "Air New Zealand" e come icona della flora della Nuova Zelanda. Il disegno è stato suggerito da un folto gruppo di partecipanti e uno di loro, Mike Summerfield, ha descritto l'esperienza di migrante di Hundertwasser come fondamentale per la rappresentazione della nuova bandiera: "In termini di storia globale, ognuno è potenzialmente un immigrato "recente" in Nuova Zelanda. La bandiera koru di Hundertwasser è legata alla storia di un migrante che ha fatto della Nuova Zelanda casa sua, e ha guardato con i suoi occhi la nostra cultura".

la bandiera Koru di Hundertwasser
la bandiera Koru di Hundertwasser

Un'altra proposta interessante è giunta dall'artista Otis Frizzell: mantenendo i motivi tradizionali Maori, ha rappresentato le stelle della Croce del Sud insieme a tre elementi principali, il cielo, la terra e il mare, con i tre colori tradizionali del verde, del bianco e del nero. La Croce del Sud è un altro elemento simbolo della cultura neozelandese, in quanto ha guidato nella navigazione generazioni di migranti, fin dai primi coloni.

il modello proposto da Otis Frizzell
il modello proposto da Otis Frizzell

Nel mese di settembre Sydney ospiterà il XXVI Congresso Internazionale di Vessillologia, un evento organizzato ogni due anni che attira esperti di bandiere da tutto il mondo. Il presidente del comitato organizzatore di Sydney è Ralph Kelly, che considera le bandiere come veri e propri oggetti d'arte. La sua sterminata collezione personale comprende gli stendardi reali del Kaiser tedesco e dello Scià di Persia, insieme con la bandiera dello Swaziland, rappresentata da un grande scudo che "urla l'Africa", ha detto. "Alcuni disegni sono inefficaci perché cercano di fare troppo", ha spiegato. "La semplicità è la chiave. Il rovescio della medaglia è ovviamente che si deve rinunciare a qualcosa". Fra gli esperti del settore, alcune bandiere sono considerate più gradevoli rispetto ad altre. Un esempio sono le undici punte della foglia d'acero del Canada, considerata una perla dai vessillologi. "È semplice, colpisce ed è immediatamente riconoscibile".

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