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La morte di Pino Mango dieci anni dopo, quel video incredibile testimonianza di come stavamo cambiando

La scomparsa dell’artista il 7 dicembre del 2014, avvenuta durante un concerto, fu un caso mediatico. Filmata da varie riprese amatoriali, accese il dibattito sull’opportunità di filmare e pubblicare quelle immagini, in un tempo nel quale gli smartphone si trasformavano, giorno dopo giorno, in una nostra protesti fisica e psicologica.
A cura di Andrea Parrella
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La scomparsa di Pino Mango non è stata qualcosa di normale. Nessuna morte può esserlo e tanto meno avrebbe potuto l'addio improvviso di un artista del suo calibro. Indelebile, tuttavia, fu il modo in cui accadde per lui, quasi sovrapponendosi alla notizia stessa del decesso. Un evento che scosse profondamente l'opinione pubblica, dal quale sono trascorsi dieci anni esatti.

A documentare la morte di Pino Mango del 7 dicembre 2014 non era stata solo la mera cronaca, il fatto riportato. Un video, incredibile, realizzato durante un suo concerto, immortalava i suoi ultimi istanti di vita . All'improvviso un infarto aveva colpito l'artista, che dopo aver chiesto scusa si era accasciato sul pianoforte mentre finiva il ritornello di "Oro", una delle sue canzoni più celebri, davanti a una platea incredula.

Al tempo il dibattito fu enorme, si parlò di speculazione del dolore, voyeurismo inutile. Si discusse molto dell'opportunità di pubblicare quelle immagini a livello giornalistico, oltre a quella di riprendere quei momenti. D'altronde va considerato il contesto. Erano anni nei quali gli smartphone facevano ogni giorno un passo in avanti nella loro silenziosa ma inarrestabile invasione a gamba tesa nelle nostre vite, imponendosi come una protesi fisica e psicologica dei nostri corpi. In quel giorno un oggetto a portata di chiunque violava il più ingombrante dei tabù, la morte, riprendendo in diretta un artista che si congedava con delle scuse davanti al suo pubblico, all'apice delle sue note più note.

Per questo la morte di Pino Mango resta un momento cruciale nella nostra storia recente, nel quadro dell'evoluzione antropologica determinata dall'era della digitalizzazione. Le modalità attraverso le quali è avvenuta trascendono l'immenso dolore della perdita e segnano un momento di svolta in quel processo interiore per il quale non basta assistere a qualcosa per poter dire di averlo visto, ma preme dentro noi la tentazione di riprenderlo.

Per fortuna la stella di Pino Mango non si è spenta. Negli anni il clamore per la sua scomparsa ha lasciato posto a una riscoperta della sua musica, anche grazie al talento di sua figlia, Angelina Mango, che ha contribuito a riaccendere l'interesse sulla produzione musicale di un artista fortemente innovativo, inimitabile.

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"L'avvenire è dei curiosi di professione", recitava la frase di un vecchio film che provo a ricordare ogni giorno. Scrivo di intrattenimento e televisione dal 2012, coltivando la speranza di riuscire a raccontare ciò che vediamo attraverso uno schermo, di qualunque dimensione sia. Renzo Arbore è il mio profeta.
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