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La Madonna della melagrana di Sandro Botticelli ha un doppione, ed è originale

Da copia a originale: l’istituto English Heritage certifica che quella fino ad ora ritenuta una copia della Madonna della melagrana di Sandro Botticelli conservata alle Gallerie degli Uffizi di Firenze ha una seconda versione, più piccola, attribuibile al maestro toscano e alla sua bottega: la scoperta dall’analisi ai raggi X.
A cura di Redazione Cultura
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La Madonna della melagrana di Sandro Botticelli, dipinto del 1487 conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze, ha una copia identica, a Londra, sempre a firma di Sandro Botticelli. Quella che fino ad oggi era considerata solo una copia britannica sarebbe in realtà frutto della scuola del pittore toscano. La scoperta dell'originalità di quella che era stata fin qui considerata una replica è stata messa a segno dall'istituto English Heritage, secondo cui la versione del dipinto del 1487 esposto agli Uffizi di Firenze sarebbe da attribuire alla bottega del maestro del Rinascimento.

Questo secondo dipinto, di dimensioni più piccole dell'opera conservata agli Uffizi, è stata messa sotto analisi da una squadra di studiosi, che ha ripulito la tela da una vernice giallastra e da uno strato di sporcizia. L'analisi ai raggi X ha rivelato il processo messo a punto dal Botticelli e dagli artisti della sua bottega, rivelando un disegno sottostante e diverse modifiche nella composizione. Tutti elementi abbastanza inusuali in una copia, che hanno spinto gli studiosi ad affermare che si tratta di un dipinto originale, attribuibile in maniera autentica al pittore toscano.

La Madonna della melagrana agli Uffizi di Firenze

L'opera originale è del 1487, una delle poche databili della produzione di Sandro Botticelli. La commissione arrivò al Botticelli da parte della magistratura fiorentina dei Massai di Camera per decorare la propria Sala delle Udienze, che si trovava in Palazzo Vecchio. L'identificazione con la presente opera spetta a Herbert P. Horne, che riconobbe sulla cornice, fatta dalla bottega di Giuliano da Sangallo, la decorazione a gigli di Francia in campo azzurro, ipotizzando per questo una possibile collocazione pubblica dell'opera, celebrante la storica alleanza coi Francesi.

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