Michela Murgia a Fedez: “Chiara Ferragni più famosa e ricca di te, sei un alleato del femminismo”
L'intervento di Michela Murgia a Muschio Selvaggio è stata una lezione di femminismo for dummies, inteso per l'occasione come "pubblico ampio e variegato che forse il tema non l'ha mai approfondito" (no, leggere un thread su twitter non vale come approfondimento). E Murgia usa un linguaggio semplice, usa metafore ed esempi efficaci, che spesso hanno proprio gli interlocutori, Fedez e Luis Sal, come protagonisti, per spiegare a chi ascolta alcuni dei punti principali del movimento femminista. No, non è una lezione sul femminismo, non si parla di ondate né di Carla Lonzi, ma è una chiacchierata à la Muschio Selvaggio su un tema molto dibattuto e per un certo pubblico anche controverso. Nell'occasione Murgia parla di Fedez come un alleato, seppur dubbioso e involontario: "Che ti piaccia o meno sei un alleato, visto dal punto di vista maschilista sei una minaccia: stai con una donna che è più famosa di te, guadagna più di te, sei a casa spesso coi tuoi figli… Tu sei un traditore del maschio e del maschile" prima di parlare anche di come sia un uomo che sdogana, anche involontariamente, un'immagine meno tossica dell'uomo, come quando si mette lo smalto assieme al figlio.
Mentre Luis Sal interpreta la parte (ovviamente a volte la parte interpretata e l'idea reale coincidono) di colui molto vicino alla questione e lontano dalla mascolinità tossica, Fedez interpreta quella dello spettatore medio che vede le tesi femministe come troppo scomode e respingenti: "Il femminismo non nasce per essere comodo per tutti, nasce dall'espressione del disagio di una parte della popolazione che sta scomoda dove sta – dice Murgia -. Se non vivi la discriminazione non capisci la necessità di fare attivismo per superare quella discriminazione. L'altra parte della popolazione, quella che detiene il privilegio e non si accorge che esiste una marginalizzazione di una certa categoria, che non sempre è una minoranza (nel caso delle donne non lo è), quando glielo fai notare dice che siamo esagerate, ma negare la discriminazione dell'altro nei termini in cui l'altro la vive è un modo di esercitare il privilegio. Se il modo in cui pongo il mio femminismo non desse fastidio a chi vive dentro al privilegio causato dal sistema patriarcale penserei di non star facendo un buon attivismo".
Una tesi ampia, che è piena di sottocategorie, di enormi potenziali spin off che sfuggono dal nucleo principale e che portano ad altrettante cose interessanti, ma che non si possono approfondire. Ma non è un saggio e così si arriva al punto in cui Fedez parla delle accuse di solidarietà performativa, delle critiche che lui e Chiara Ferragni subiscono quando fanno solidarietà: "Il tuo problema di fondo è che sei ricco e all'interno del discorso intersezionale la questione del Capitalismo è centrale, quando decidi che vuoi fare un'azione di solidarietà che supporta i poveri e ci vai coi segni della tua ricchezza, per molti questa cosa è offensiva, devi accettare le critiche per l'ostentazione: questa cosa rende visibile il dislivello, che si tratta di una relazione in forte squilibrio".
E la scrittrice, che ha appena pubblicato per Einaudi "God save the Queer", ha anche spiegato a Fedez, oltre a fregarsene delle critiche, che riguardo all'essere o meno respingenti o cercare il consenso che "farsi gradire dalla persona di cui vuoi mettere in discussione il privilegio non è un obiettivo. I maschi che devono essere sempre forti si sentono minacciati nel ruolo, io però penso che il femminismo a questi maschi faccia un regalo enorme, gli dà più abiti da poter vestire. Il patriarcato considera la donna una proprietà e le proprietà non esprimono pareri".