La figlia oscura di Elena Ferrante, il libro che ha ispirato il nuovo film sulla maternità
Dal romanzo alla sala cinematografica: è questo il destino de "La figlia oscura", il nuovo film tratto dal romanzo omonimo del 2006 di Elena Ferrante. La nuova edizione, nata dalla trasposizione cinematografica fatta da Maggie Gyllenhall e in arrivo al cinema il 7 aprile, è stata presentata in anteprima al Festival di Venezia, ma non solo. L'adattamento cinematografico ha avuto anche l'onore di ricevere una nomination ai premi Oscar come miglior sceneggiatura non originale. L'attrice Olivia Colman sarà la protagonista della pellicola, nei panni di Leda, una mamma divorziata dedita alla vita delle due figlie. Il libro tratta il tema della maternità, lasciando la narrazione dogmatica e entrando in nuovi sfumature del racconto.
La trama del romanzo La figlia oscura
Al centro del racconto di "La figlia oscura" di Elena Ferrante, romanzo pubblicato nel 2006, c'è la figura di Leda. La donna è un'insegnante, divorziata da tempo, che non dedica più tempo a sé stessa. Tutte le attenzioni vanno verso le due figlie, che un giorno decidono però di andarsene. La destinazione? Il Canada, dove da tempo vive il loro padre. Questo distacco doloroso, questa scissione familiare, non viene vissuta con malinconia dalla donna, che invece reagisce in maniera inaspettata alla partenza delle figlie. Un sollievo, una liberazione che la donna vive con tremendo imbarazzo, e che la spinge a prendersi una vacanza al mare in un paesino del sud. È qui che dopo alcuni giorni di riposo, incontra personaggi che daranno vita a una serie di eventi, dalle sparizioni al tradimento, che faranno riflettere la donna sul concetto di maternità, ma ancor di più sulla figura femminile nell'immaginario comune.
La spiegazione del libro, la maternità secondo Elena Ferrante
Al centro del racconto di questo piccolo romanzo, sfiora appena le 150 pagine, Elena Ferrante riflette attorno al personaggio di Leda tutti i dubbi sulla concezione sociale della maternità. L'obiettivo di Elena Ferrante e di togliere il velo sacro che accompagna il mondo femminile e la descrizione della maternità, che non è più una vocazione naturale, ma diventa un compromesso egoista. La maternità che descrive Leda è una scelta fatta per amor proprio, più che condivisione familiare, attraverso una narrazione che non ha paura di osare sul concetto di "madre" che perde il suo status quo. La maternità diventa soffocante, riprendendo anche la narrazione del romanzo "Storia di chi fugge e di chi resta", da cui poi è nata la serie tv Rai "L'amica geniale". Nella terza stagione infatti, si possono osservare le protagoniste Lila e Lenù fare i conti con la maternità e, soprattutto, con le costrizioni che essa comporta: con gli impedimenti e le responsabilità.