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La Capria al Mercadante: “L’armonia perduta” in 5 spettacoli (VIDEO)

Dal 14 gennaio parte il nuovo progetto dello Stabile di Napoli dedicato alle opere di Raffaele La Capria: un ciclo di cinque spettacoli, messi in scena da altrettanti registi, esplicitamente realizzati per la sala del Ridotto.
A cura di Andrea Esposito
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Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Sul Teatro Stabile di Napoli e, soprattutto, sul suo discusso direttore Luca De Fusco, in questi ultimi tre anni si è detto e scritto molto, forse troppo. Ad ogni modo, non è questa la sede per pesare col bilancino gli errori, i torti o le eventuali ragioni di una gestione oggettivamente travagliata, minacciata com’è dal deficit delle passate direzioni, dai tagli alle risorse e dalla mancata erogazione di fondi da parte delle istituzioni preposte (in testa il Comune).

Quindi, come si diceva, diamo a Cesare quel che è di Cesare. E infatti, riconosciamo a Luca De Fusco il merito di aver ideato un “format” che non solo incontra il favore del pubblico ma che ha anche una sua sostanza culturale e, se volete, civile, perfettamente in linea con gli obiettivi di un teatro pubblico. Stiamo parlando di “L’armonia perduta, dalle opere di Raffaele La Capria”, un ciclo di cinque allestimenti site specific curati da altrettanti registi, (incluso De Fusco, tanto per fomentare un po’ gli oppositori) destinati alla sala Ridotto del Mercadante, che fa seguito al progetto realizzato durante la scorsa stagione su “Il mare non bagna Napoli” di Anna Maria Ortese.

Alla conferenza stampa di presentazione, svoltasi lunedì 13, il Direttore dello Stabile, insieme con gli altri registi coinvolti nel progetto (Francesco Saponaro, Andrea Renzi, Claudio Di Palma e Paolo Coletta), ha dialogato con una delle più alte eminenze viventi della letteratura italiana: lo scrittore Premio Strega Raffaele La Capria. L’autore di “Ferito a morte”, infatti, nonostante le novantadue primavere, non ha voluto perdere l’occasione di partecipare all’incontro regalando ai presenti, e nell’intervista ai lettori di Fanpage.it, alcune preziose riflessioni sulla letteratura, su Napoli e sul ruolo dell’intellettuale nella società.

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Ad aprire le danze, martedì 14 e in replica fino a domenica 19, “L’amorosa inchiesta” di Luca De Fusco, un monologo interpretato dalla sua personale musa Gaia Aprea, tratto dall’omonimo romanzo epistolare del 2006 in cui La Capria, in anticipo rispetto alla recente tendenza della “Lettera a…” si rivolge al suo primo amore, a sua figlia e infine a suo padre. “Il titolo – racconta lo scrittore – riflette l’ambivalenza dell’intera operazione: da un lato, ‘amorosa’ perché riguarda la mia biografia, i miei affetti; dall’altro ‘inchiesta’ poiché ho tentato, col rigore che questa parola suggerisce, di analizzare dall’esterno dei rapporti tanto intimi e personali quanto universali”.

Mentre dal 28 gennaio al 2 febbraio, Francesco Saponaro porterà in scena, anch’egli con un attore di sua fiducia come Giovanni Ludeno, “Guappo e altri animali” un libro di ventisette racconti che hanno come protagonisti uomini e animali: dal cane Guappo che dà il titolo alla raccolta, a un granchio, un orango in gabbia, un gabbiano e un polpo, creatura “intelligentissima”, come precisa La Capria, che “trovandosi intrappolato in un acquario tenta l’impresa di fuggire verso il mare, verso la libertà, ma riesce ‘soltanto’ a giungere sul ciglio di via Caracciolo esaurendo l’ossigeno proprio a due passi dagli scogli, metafora – prosegue l’autore – di chi tenta di andare oltre questa città senza però riuscirci”.

A seguire, dall’11 al 16 febbraio, Andrea Renzi proporrà un adattamento di “La neve del Vesuvio”, celeberrimo romanzo autobiografico del 1988, in cui La Capria racconta le vicende del piccolo Tonino con uno stile che ricalca la consapevolezza e le capacità verbali di un bambino di 4 anni evolvendo man mano che la storia avanza ed egli diventa adolescente. “La neve del Vesuvio – confessa La Capria – è l’infanzia, una cosa meravigliosa come la neve che ricopre il cono del vulcano, ma che svanisce troppo in fretta, al primo sole, metafora del sopraggiungere della coscienza di sé e del mondo”.

Gli ultimi due allestimenti sono: “Letteratura e salti mortali” in programma dal 25 febbraio al 2 marzo, diretto ed interpretato da Claudio Di Palma, regista che si è già misurato con l’adattamento, seppur in forma di lettura scenica, del testo lacapriano per eccellenza “Ferito a morte”; e “Fiori giapponesi”, dall’11 al 16 marzo, per la regia di Paolo Coletta, interpreti Mario Autore, Daniela Fiorentino, Massimiliano Foà, Mercedes Martini. Due progetti ambiziosi e ancora non del tutto definiti, data la distanza che li separa dal debutto, che prendono le mosse da testi entrambi curiosi e singolari: il primo, è una raccolta di saggi sulla letteratura che però prescindono dalle categorie concettuali classiche per abbracciare una metodologia d'indagine più vicina al senso comune; il secondo è invece una serie di piccoli racconti, “testi bonsai”, che nelle intenzioni dell’autore “sbocciano in modi e forme differenti a seconda della personalità, del carattere e dell’emotività del lettore”.

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