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La Bohème di Puccini: dal Metropolitan Opera di New York nei cinema di tutto il mondo

La Bohème di Giacomo Puccini sarà in scena sul palco del Metropolitan Opera di New York e nei cinema di tutto il mondo in HD.
A cura di Redazione Cultura
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La Bohème di Giacomo Puccini, l'opera più popolare del mondo, assieme alla Traviata e alla Tosca, sarà in scena sul palco del Metropolitan e nei cinema di tutto il mondo in HD, stasera martedì 27 febbraio ore 19.45 via satellite distribuita da QMI per Stardust Classic. Presentata nella classica produzione di Franco Zeffirelli, La Bohème vanta un cast di giovani star ad affiancare Sonya Yoncheva, che sarà la fragile Mimì, e l’acclamato tenore Michel Fabiano, nei panni del poeta Rodolfo.

A dirigere l'orchestra il Maestro Marco Armiliato, che ha diretto al Metropolitan Opera oltre 400 spettacoli comprese 64 rappresentazioni della Bohème. La Bohème di Puccini ha conquistato il mondo, diventando una delle opere più amate dal pubblico e la più rappresentata nella storia del prestigioso Metropolitan Opera di New York.

Di cosa parla La Bohème di Puccini

L'opera racconta la storia di un gruppo di amici e delle loro vite, trascorse in una fredda soffitta di un sobborgo di Parigi in cui, mentre affrontano una dura e crescente povertà, i loro grandi sogni artistici incrociano il dolce e indimenticato amore giovanile. Con un romantico ritratto della Parigi bohémienne e capitale dell’Ottocento, musiche memorabili e una storia d’amore tratta dalla vita quotidiana.

La burrascosa nascita de La Bohème

La Bohème, opera lirica in quattro quadri di Giacomo Puccini, libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica. L'opera è tratta dal romanzo d'appendice "Scènes de la vie de bohème" di Henri Murger. La nascita de "La Bohème" fu alquanto burrascosa: all'epoca anche il compositore e librettista Ruggero Leoncavallo stava infatti lavorando ad un'adattamento musicale della medesima opera. Puccini, quando lo seppe, continuò comunque nel suo lavoro, consapevole dei suoi mezzi. Quando l'opera debutto nel 1896 al Teatro Regio di Torino (diretta da un ventinovenne Arturo Toscanini), ebbe un buon successo di pubblico.

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