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“La biblioteca Braidense con un solo dipendente”: il grido di allarme di James Bradburne

Secondo il direttore della Pinacoteca di Brera, James Bradburne, la storica biblioteca Braidense di Milano: “Nel 2022 avrà un solo bibliotecario.” Da Nord a Sud la situazione delle biblioteche nel nostro Paese è al collasso e si moltiplicano gli appelli affinché la politica trovi le risorse per mantenerle vive.
A cura di Redazione Cultura
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Le biblioteche italiane sono a rischio chiusura. È questo l'allarme, lanciato stamattina a Milano dal direttore della Pinacoteca di Brera, James Bradburne, che durante la conferenza stampa di presentazione delle iniziative relativa alla Braidense: "In questo Paese ci sono biblioteche a grave rischio". L'accenno alla questione occupazionale e della gestione delle biblioteche nazionali nel prossimo futuro, con il mancato turnover, le poche assunzioni, oltre agli effetti di quota cento sul personale pubblico, era inevitabile, date le condizioni in cui sono ormai costrette a lavorare le biblioteche italiana, da Nord a Sud.

La biblioteca Braidense di Milano, il grido di Bradburne

Relativamente alla Braidense di Milano, che rientra entro le competenze della Pinacoteca di Brera, diretta da Bradburne, la situazione è la seguente, ha fatto notare in conferenze il direttore:

La Braidense è la terza biblioteca per importanza a livello dopo Roma e Firenze, ma nonostante questo ha dovuto chiudere alcuni servizi. Nel 2005 c'erano 145 dipendenti di cui 32 bibliotecari, nel 2022 ci saranno 27 dipendenti e un solo bibliotecario. È un trend non sostenibile.

Da Nord a Sud: le biblioteche italiane senza personale

Un allarme che però non riguarda soltanto la biblioteca meneghina. Oltre alla Braidense, infatti, da Nord a Sud si moltiplicano gli allarmi dei direttori delle nostre biblioteche nazionali e non solo. Finora si tratta di gridi rimasti inascoltati, si spera soltanto che prima o poi qualcuno decida di intervenire a livello politico e mettere una toppa a una situazione insostenibile, che rischia di far scivolare il nostro Paese ancora più in fondo alle classifiche sugli indici di lettura e condivisione dei libri e dell'accesso democratico al patrimonio culturale.

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