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Opinioni

La Balena e le rotte possibili: Napoli è pronta a lasciarsi contagiare?

“Una soggettività multipla che agisce in un contesto politico, sociale, economico e culturale ormai allʼagonia”, un collettivo di lavoratori dello spettacolo e “dell’immateriale” con una missione: Ispirare Napoli (e non solo). E il contagio sembra essere imminente…
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La-Balena

Una città folle e magnifica. Un contesto politico – sociale complesso e attraversato da spinte di diverso tipo. Un ambiente culturale "in piena agonia" che non valorizza le competenze, tende ad escludere dai meccanismi decisionali le energie attive e vitali della società e minimizza le potenzialità artistiche e culturali delle nuove generazioni. Ecco il contesto in cui nasce La Balena, il collettivo dei lavoratori dello spettacolo e dell’immateriale, che da qualche settimana sta cercando di "strappare al nulla la città di Napoli" (tanto per citare un editoriale di qualche giorno fa). L'idea è semplice ma, per così dire, radicale: agire verso il cambiamento, "verso la trasformazione dei criteri produttivi, delle garanzie dei lavoratori, della possibilità di aprire spazi autonomi in cui far crescere il lavoro creativo su cui è fondata ogni politica culturale". Con alcuni principi – cardine, esposti fuor di metafora nel manifesto delle rotte possibili.

Il rifiuto del principio di affiliazione in ragione di un riconoscimento di una professionalità collettiva, attiva nella valorizzazione e moltiplicazione delle possibilità creative. La rivendicazione decisa e consapevole di quello spazio dell'immateriale "in cui vengono decise le strategie culturali, le priorità produttive". La convinzione dell'inadeguatezza di quella politica dei "grandi eventi" che non hanno alcun legame con il tessuto socio – culturale del territorio. La tensione verso l'appropriazione dei luoghi e l'intolleranza verso l'indifferenza ed il lassismo culturale che devono spingere all'azione concreta per la riconquista degli spazi (anche quello creativo), per il "riempimento dei luoghi". L'affermazione che quello della cultura resta un settore strategico, che deve produrre reddito e lavoro anche attraverso un ripensamento dei meccanismi di finanziamento pubblico, che devono agevolare lo sviluppo e valorizzare professionalità e competenza.

“ Usciamo dagli stagni in cui solitamente galleggiamo da soli, per tracciare nuove rotte negli oceani a venire. ”
La Balena

Nuove rotte nell'oceano – La partecipazione all'occupazione lampo del museo Madre di Napoli è stata solo il primo "atto" di una rappresentazione che promette di continuare e riservare sorprese alla città di Napoli e non solo. Del resto, la scelta stessa del nome sembra essere un simbolo di come intenderà muoversi nel concreto il collettivo: azioni rapide e di grande impatto, in grado di far emergere le criticità, di far affiorare sulla superficie del mare idee, spinte e rivendicazioni. Con la speranza che Napoli sia pronta a lasciarsi ispirare. Con la certezza di vivere un momento estremamente delicato in cui esperienza pur così diverse (come quella del Teatro Valle, dell'ex Cinema Palazzo e dello stesso Teatro Coppola di Catania) hanno dimostrato che è possibile, anzi sostenibile, un diverso approccio al panorama culturale. Con la consapevolezza che la logica del profitto e una deviata rappresentazione della meritocrazia (un concetto troppo spesso "frainteso" e vittima del malcostume italico di tollerare arroganza e prevaricazione) non possono indirizzare in maniera unilaterale le scelte in materia "culturale". Con la determinazione ad imporre nuove forme di mobilitazione, basate sulla rapidità, sulla provvisorietà, sull'attesa del contagio. Perchè, per parafrasare Majakovskij, siamo stanchi di farci raccontare il panorama da lassù e abbiamo proprio bisogno di arrampicarci fino a quella maledetta cima (e di farci trascinare dalla balena nel meraviglioso fondale del mare…)

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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