video suggerito
video suggerito

L’Italia ha il maggior numero di siti Unesco, ma i lavoratori della cultura non esistono

L’Italia ha un patrimonio artistico infinito, tale da essere in vetta alla classifica dei siti patrimonio mondiale dell’umanità. Eppure, secondo quanto emerge dai dati dell’ufficio statistico Ue, i lavoratori impegnati nel comparto culturale sono solo il 3,4% del totale.
A cura di Redazione Cultura
52 CONDIVISIONI
Immagine

L'Italia ha un patrimonio artistico e monumentale infinito, a tal punto da essere in vetta alla classifica dei siti Unesco, ben 53 da Nord a Sud. Eppure, secondo quanto emerge dai dati Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, i lavoratori impegnati nel comparto culturale sono solo il 3,4% del totale. La percentuale ci colloca al diciannovesimo posto tra i ventotto paesi dell'Ue. Nella classifica della bellezza, insomma, siamo primi, ma manca del tutto una concezione "produttivistica" della cultura, intesa come capacità di creare valore e, di conseguenza, lavoro degli stessi.

Secondo l'indagine di Eurostat, infatti, i lavoratori del settore cultura rappresentano solo il 3,4% del totale e tra il 2011 e il 2016 il numero è addirittura diminuito. Il rapporto include nei lavori culturali tutte le persone che lavorano in un settore economico definito come culturale, si va dallo specialista di design all'interprete, dall'archivista all'impiegato in un museo, fino al giornalista e al musicista. Inclusi nella graduatoria ci sono anche gli artisti che realizzano oggetti intagliati a mano o strumenti musicali.

Al contrario della situazione del nostro Paese, invece, nel resto dell'Europa avanzata i lavoratori del comparto culturale sono in costante aumento. Nel vecchio continente sono circa 8,4 milioni i lavoratori impegnati in questo settore, la crescita è nello stesso periodo preso in esame di ben sette punti percentuali. Davanti a tutti, nella speciale classifica, si sono Estonia e Lussemburgo, che fanno segnare una quota rispetto agli occupati oltre i cinque punti percentuali, rispettivamente del 5,3% e del 5,1%.

Resta in fondo alla classifica, invece, la Romania, dove questa figura di lavoratori è praticamente assente, assestandosi attorno all'1,6% del totale della popolazione attiva. Altro dato in cui l'Italia non brilla, che rende contezza circa la qualità del lavoro culturale svolto nel nostro Paese, è che insieme a Repubblica Ceca, Slovacchia e Malta, la quota degli impiegati nel mondo della cultura anche laureati non supera il 50%.

52 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views