video suggerito
video suggerito

L’Intelligenza Artificiale diventa “umana”, grazie al lavoro di poeti e scrittori

Sempre più scrittori, romanzieri e poeti lavorano al servizio della tecnologia, per insegnare alle macchine a comunicare: l’obiettivo, quello di creare software capaci di comunicare in modo più “umano”.
A cura di Federica D'Alfonso
16 CONDIVISIONI
Ex Machina, film di Alex Garland (2015)
Ex Machina, film di Alex Garland (2015)

La tecnologia inizia a servirsi sempre più dell'arte, della scrittura e della poesia. Perché? Per creare una tecnologia a misura d'uomo. Molte grandi compagnie tech americane infatti, starebbero assumendo sempre più drammaturghi, poeti e romanzieri nei loro team, per dare una mano nella scrittura dei “copioni” utilizzati dai software vocali o dai sistemi che comunicano parlando con l'utente. L'obiettivo, è quello di fare in modo che la voce non sembri provenire dalla macchina: una tecnologia sempre più simile all'umano.

IA: dove può arrivare?

Esiste un dibattito molto serrato alla domanda “fino a che punto i computer possono esibire un comportamento intelligente?”: alcuni, sostenitori della corrente dell'intelligenza artificiale forte, ritengono che un computer correttamente programmato possa essere veramente dotato di una intelligenza pura, non distinguibile in nessun aspetto significativo dall'intelligenza umana. Altri, sostenitori dell'intelligenza artificiale debole, sostengono che un computer non sarà mai in grado di eguagliare la mente umana, ma potrà solo arrivare a simulare alcuni processi cognitivi umani senza riuscire a riprodurli nella loro totale complessità

La definizione classica di Intelligenza Artificiale, data da John McCarty nel 1956, è peraltro quella di "far fare alle macchine delle cose che richiederebbero l'intelligenza se fossero fatte dagli uomini". Non soltanto calcolare, dirimere situazioni difficili. Non solo comportarsi come macchine, ma avvicinarsi sempre più ad un modello umano di “comunicazione”: grazie a scrittori e poeti, ora questo sembra possibile.

Scrittori e poeti al servizio dell'IA

Ultimamente la Microsoft ha assunto lo sceneggiatore cinematografico e televisivo Jonhatan Foster e sul suo team di scrittori provenienti da ogni parte del mondo, per dare a Cortana, il software di riconoscimento vocale del Windows Phone, una voce e una personalità “coerenti” al suo personaggio. Le parole, il tono di voce e la voce stessa devo riflettere alcune caratteristiche: scrittori e artisti lavorano affinché ciò accada, trasformando il freddo software in una tecnologia piacevole, non alienante.

Anche Google a inizio anno aveva annunciato esperimenti in tal senso: l'obiettivo, quello di far entrare il linguaggio naturale nei sistemi che si nascondono dietro le chat, i social, gli assistenti vocali. Come? Facendo "leggere" ai sistemi d'apprendimento automatico migliaia di libri. La sfida è quella di rendere il dialogo il più semplice e fluido possibile, evitando che il meccanismo s'inceppi ad una parola pronunciata male, ad esempio.

Ma gli esempi sulle collaborazioni attive fra mondo letterario e tecnologia sono ancora molti e andranno sicuramente crescendo: perché c'è un estremo bisogno, suggerisce qualcuno, che la tecnologia divenuta imperante nella nostra vita quotidiana diventi anche, giusto un po', “umana”.

La prospettiva per il futuro? Quella di avvicinarci sempre più ad un mondo come quello raccontato da Spike Jonze in “Her”, il film che nel 2014 si è aggiudicato l'Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Il film descrive un futuro non troppo lontano nel quale i computer hanno un ruolo di primissimo piano nella vita delle persone: l'uscita sul mercato di un nuovo sistema operativo, provvisto di intelligenza artificiale e in grado perfino di apprendere ed elaborare emozioni, rivoluziona inaspettatamente il rapporto con la tecnologia.

Certo, si è ben lontani dal pensare a computer ed Intelligenze Artificiali capaci di provare emozioni (anche se molti scienziati ci lavorano già da tempo), ma il linguaggio, e la capacità di discernere i toni di voce e di usarli secondo le circostanze, non è già un piccolo passo in avanti?

16 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views