L’eccentrico regista John Waters parla agli studenti, “Siate spie nella vostra società”
Negli Stati Uniti i "commencement speeches" fanno parte della cerimonia della consegna della laurea e sono divenuti negli ultimi anni degli eventi attesi da tutti: discorsi come quello di Steve Jobs o di David Forster Wallace sono entrati nella storia per il modo diretto e semplice con il quale hanno saputo parlare ai ragazzi, e non solo a quelli seduti lì quel giorno. Più che parlare dell'esperienza universitaria ormai conclusa, questi discorsi parlano d'inizio, di cominciamento: raccontano come sarà il primo giorno della nuova, vera vita. Quest'anno, a parlare agli studenti della Rhode Island School of Design è stato uno dei personaggi più irriverenti che si possano immaginare: un artista sopra le righe, anticonvenzionale e dissacrante come John Waters ha raccontato con estrema serietà dell'impegno e del lavoro costanti che servono per entrare nel mondo e far sentire la propria voce. Senza dimenticare l'ironia e una buona dose di faccia tosta.
Ai laureandi in design di questo 2015 John Waters ha ricordato che il lavoro dell'arte contemporanea deve essere quello di "distruggere ciò che è venuto prima". Distruggere non significa però radere al suolo, ma lavorare costantemente per rinnovare. Il suo lavoro da regista parla da solo: un artista che ha fatto della rottura il paradigma della propria poetica, una rottura che si è sostituita ai vecchi e desueti canoni estetici e morali per raccontare storie di outsiders, storie scomode e folli, divertenti e ostinatamente anti-intellettuali. I suoi film, come "Pink Flamingos", sono entrati nell'olimpo del trash parlando all'epoca di tematiche fortemente contrastate, come quelle della sessualità o della bellezza estetica omologante, come nel caso invece di "Hairspray".
"È necessario partecipare al mondo del quale si desidera entrare a far parte. Tenete il passo e state dietro a ciò che sta causando il caos. Leggete, leggete, guardate la gente per strada. Spiate. Siate ficcanaso, origliate. Siate allo stesso tempo membri, non esclusi: anche se di questi tempi ognuno vuole essere un escluso. Io spero voi stiate lavorando per fermare il razzismo, il sessismo, il "grassismo" ed ogni sorta di "ismo" al quale riuscite a pensare, ma è sufficiente? Forse è tempo di gettare al vento la prudenza ed iniziare a smuovere davvero le cose e reinventare se stessi come la nuova versione del vostro nemico più temuto: come sono io! Pensateci: non sono mai cambiato. La società è cambiata. E chi avrebbe mai pensato che un collegio superiore come il RISD avrebbe mai invitato un anziano sporco come me a dare l'esempio ai suoi studenti?”. Preparare un vero e proprio attacco da spie alla società, osservando costantemente e convivendo quotidianamente anche con ciò che non va, per poter minare dall'interno l'ordine (o il disordine) delle cose.
E ancora, il regista ha ricordato come "l'umorismo è da sempre la miglior difesa e la migliore arma. Ascoltate i vostri nemici politici, soprattutto quelli più intelligenti, e poi cercate di immaginare un modo per farli ridere. Se riuscirete a far ridere un'idiota, questo si prenderà una pausa e vi ascolterà prima di fare qualcosa di stupido. Rifiutatevi di isolare voi stessi, il separatismo è per i perdenti. Uscite nel mondo e fottetelo alla grande, è il vostro turno di creare difficoltà.”