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La morte di Kobe Bryant, star NBA, e di sua figlia

Kobe Bryant, dai murales di L.A. all’Oscar: la star dell’NBA nella cultura pop

Dal cinema ai libri, passando per la street art, la musica: Kobe Bryant, la star dell’NBA morta ieri in un incidente in elicottero, è stato molto di più di un atleta. Oltre a incarnare la figura dello sportivo totale, è stato amato e celebrato in ogni forma d’arte, diventando una vera e propria icona pop.
A cura di Redazione Cultura
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Opere d'arte, film, libri, podcast: l'influenza di Kobe Bryant sulla cultura pop (e viceversa) è stato enorme. Il grande cestista NBA, morto ieri in seguito ad un incidente in elicottero, in cui è deceduta anche la figlia dell’ex campione, Gianna Maria, di 13 anni, è stato per oltre vent'anni un grande campione di basket, ma anche un'icona popolarissima, simbolo della capacità del singolo di sbaragliare, da solo, i pericoli e gli avversari. Era la mentalità di Kobe Bryant a fare la differenza, in campo e fuori. Motivo per cui, decine tra libri, film, opere d'arte, si sono occupati del "Mamba".

Kobe Bryant icona della street art

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Soltanto nella città di Los Angeles, città della squadra in cui il "Mamba" ha espresso il meglio delle sue abilità sportiva, si contano ben sei murales di enormi dimensioni che raccontano l'amore della gente di Los Angeles. La più famosa, oltre che controversa, è quella ribattezzata Mamba On Melrose, perché fu realizzata all’altezza del numero civico 7725 di Melrose Avenue, a Los Angeles, dove l’artista di strada JC Ro griffò su un muro cittadino una delle sue opere più famose, da ieri dopo che la notizia della morte di Kobe ha iniziato a diffondersi, è divenuta un luogo di pellegrinaggio per migliaia di persone, come testimonia un post su Instagram dello stesso artista americano.

heavy 💔🙏🏻 📍7725 Melrose Ave Los Angeles, CA . #RIPkobe #RIPgigi

A post shared by JC Ro (@jc.ro) on

Ma, come è possibile rintracciare un po' ovunque, in rete, non si tratta dell'unica opera dedicata al "Mamba".

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Kobe Bryant al cinema: da Star Wars al Premio Oscar nel 2018

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Tra i tanti record battuti dal campione NBA deceduto ieri, ce ne è uno che non tutti ricordano. Nel 2018 Kobe Bryant è diventato la prima persona a vincere sia un campionato sportivo che un Oscar, dopo essersi aggiudicato la statuetta per il miglior cortometraggio d’animazione per "Dear Basketball", basato sulla sua famosa lettera d'addio alla pallacanestro. Il cinque volte campione NBA dei Los Angeles Lakers sconfisse i competitors Garden Party, Lou, Negative Space e Revolting Rhymes nella categoria cortometraggi per la sua collaborazione con l’animatore Glen Keane.

Il cinema, invece, ha spesso omaggiato la figura di Kobe. Come è accaduto nella serie animata The Clone Wars, dover a un certo punto appare un droide di colore giallo-viola, un omaggio ai Los Angeles Lakers, ma con una particolarità nel nome: la K sta per Kobe, mentre la B sta per Bryant. I numeri 2 e 4 invece corrispondono al suo numero di maglia, la mitica 24 (indossata dopo la 8). Questo droide è un omaggio a Kobe e ai suoi Lakers, dei quali è stato e sarà sempre il pilastro.

The Mamba mentality, il basket secondo Kobe Bryant

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Decine i libri dedicati in tutto il mondo a Kobe Bryant. Uno in particolare, nel 2018, è uscito in tutto il mondo – anche nel nostro Paese – firmato proprio da Kobe Bryant intitolato "The Mamba mentality", un viaggio per parole e immagini nella mente di un artista tra i più geniali e vincenti della storia dello sport. Impreziosito dalle fotografie di Andrew D. Bernstein, fotografo ufficiale dei Lakers che ha seguito Kobe fin dai suoi primi passi allo Staples Center. Libri fondamentale per capire e interpretare il modo vincente di stare al mondo di Black Mamba. E che racconta vent'anni di carriera nella stessa squadra, i Los Angeles Lakers, 5 Titoli NBA, due ori olimpici, un'infinità di record personali. E ancora: la volontà di superare il dolore e rinascere ogni volta più forte dopo i tanti infortuni patiti in carriera, i suoi maestri, lo studio maniacale degli avversari – da Michael Jordan a LeBron James – per carpire loro ogni segreto possibile e migliorare, migliorare ancora e ancora fino all'ultimo minuto dell'ultima partita disputata.

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