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Kandinsky in mostra Milano: l’imperdibile viaggio nelle radici dell’Astrattismo

Astrazione, irrealtà e sogno, ma anche tradizione e identità: la pittura di Vasilij Kandinsky è tutto questo. Il Museo delle Culture di Milano ha scelto di intraprendere un vero e proprio “viaggio” per riscoprire le radici nascoste della sua arte.
A cura di Federica D'Alfonso
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Vasilij Kandinskij, Macchia Rossa II (1921), Lenbachhaus, Monaco
Vasilij Kandinskij, Macchia Rossa II (1921), Lenbachhaus, Monaco

Fino al 9 luglio 2017 il Museo delle Culture di Milano ospita “Il Cavaliere Errante. In viaggio verso l'astrazione”, una mostra interamente dedicata all'opera di Vasilij Kandinskij. Grazie ai prestiti dell’Ermitage di San Pietroburgo e di importanti musei armeni e georgiani molti capolavori del padre dell'astrattismo arrivano per la prima volta in Italia, e in una veste del tutto particolare. Il Mudec ha infatti scelto di raccontare l'opera di Kandinskij attraverso uno dei temi più affascinanti e caratteristici della sua pittura: quello del viaggio.

Il viaggio verso l'astrazione

Vasilij Kandinskij, Giallo, Rosso, Blu (1925), Musée national d'art moderne, Parigi
Vasilij Kandinskij, Giallo, Rosso, Blu (1925), Musée national d'art moderne, Parigi

"Per anni ho cercato di far sì che gli spettatori passeggiassero nei miei quadri": quella di Kandinskij è una pittura errabonda, in continuo mutamento, metafora del viaggio intellettuale e spirituale che l'uomo compie alla scoperta della propria soggettività. Il Mudec ha scelto di costruire la mostra su questa particolare suggestione, esponendo 49 opere appartenenti al periodo della svolta, o meglio del “viaggio”, dalla pittura figurativa all'astrattismo. Un viaggio che inizia nel 1910, quando Kandinskij scopre l'eccezionale forza comunicativa dei colori e la trasforma, attraverso il legame altrettanto forte con la musica, in “Impressioni”, “Improvvisazioni” e “Composizioni”.

La mostra milanese non è particolare soltanto dal punto di vista tematico. Ad arricchire gli spunti di riflessione contribuiscono anche i numerosi strumenti multimediali, che portano all'attenzione dello spettatore il legame, altrettanto forte, dell'arte di Kandinskij con la musica: a questo scopo è stata allestita una piccola “sala sonora”, dove le opere sono affiancate dall'ascolto di brevi brani musicali schönberghiani, selezionati dalla musicologa Giada Viviani.

Astrattismo e radici popolari

Ma il viaggio che il Mudec racconta non è soltanto quello “artistico” che si concretizzerà con capolavori come il “Primo acquerello astratto”, “Giallo, rosso e blu” e “Blu di cielo”: è anche un viaggio spirituale nel proprio tempo e nelle proprie radici culturali che, come un bagaglio, Kandinskij porterà sempre con sé.

La metafora del viaggio continua, questa volta alla scoperta dell'affascinante rapporto fra arte ed etnografia, in una ricostruzione rigorosamente “filologica” degli elementi popolari russi presenti nella pittura di Kandinskij: il “Cavaliere Azzurro” del 1903, ben lontano in effetti dalle sperimentazioni che porteranno l'autore ad elaborare la sua visione astratta della realtà, è non a caso l'esempio più adatto per comprendere il particolare discorso suggerito dalla mostra: Kandinskij prese ispirazione, oltre che dalle leggende e dalle fiabe medievali di cui era appassionato, da un cavallo a dondolo con cui giocava da bambino.

Vasilij Kandinskij, Il Cavaliere Azzurro (1903)
Vasilij Kandinskij, Il Cavaliere Azzurro (1903)

Nel 1921 Kandinskij si trasferisce in Germania, e non farà più ritorno in Russia. Ma lo sviluppo dell'astrattismo è, per Kandinskij, indissolubilmente legato alla propria epoca storica e alle tradizioni popolari della madre patria: la mostra del Mudec è unica nel suo genere proprio perché sceglie di ricostruire questo legame che Kandinskij ebbe con la cultura russa, utilizzandolo come ulteriore spunto interpretativo per comprendere “le radici” dell'astrattismo. Per questo oltre ai capolavori di Kandinskij, una speciale sezione è dedicata alle stampe popolari, ai tessuti e agli oggetti provenienti dal Museo Panrusso delle Arti Decorative, delle Arti Applicate e dell’Arte Popolare di Mosca.

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