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Jovanotti: “Fango è l’ultima canzone ascoltata da mio fratello. Disse che era la più bella che avessi scritto”

Jovanotti, ospite di Gianluca Gazzoli, racconta perché abbia dedicato la canzone “Fango” a suo fratello Umberto scomparso nel 2007. Il cantante si commuove ricordando il momento in cui gliela fece ascoltare per la prima volta.
A cura di Ilaria Costabile
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Jovanotti è stato ospite di Gianluca Gazzoli nel suo podcast Passa dal Basement, in cui gli artisti sono soliti ripercorrere momenti della loro carriera raccontando anche degli aneddoti piuttosto privati. Il cantante, che di recente ha pubblicato il suo ultimo brano, ha raccontato un momento davvero emozionante, relativo a suo fratello, scomparso ormai diversi anni fa, nel 2007.

Jovanotti spiega perché Fango è dedicata a suo fratello Umberto

Il racconto parte da uno degli album più ascoltati del cantante, dal titolo Ora, che conteneva otto brani tra cui uno in particolare: Fango. Ed è proprio attorno a questa canzone che Jovanotti decide di raccontare uno dei momenti più intensi vissuti prima della scomparsa di suo fratello Umberto, avvenuta il 22 ottobre 2007, durante un incidente aereo a Latina. A Gazzoli, il cantante spiega il perché gli abbia dedicato, oltre alla canzone In orbita, anche la canzone Fango raccontando:

Fango è l'ultima canzone che ho fatto sentire a mio fratello in macchina, mi ricordo, l'avevo appena scritta. Lui è venuto a Cortona, siamo andati in macchina e gli ho detto "ti faccio sentire il disco che sto facendo". C'eravamo fatti tutto un giro per quelle strade in montagna, eravamo io e lui e basta, ho messo il cd, ancora non c'erano le chiavette, ascoltammo tutto il disco e quando partì fango lui disse "questa è la canzone più bella che hai scritto". Lui è morto poco tempo dopo, è l'ultima volta che ci siamo visti, abbiamo ascoltato quel pezzo lì, per cui per me quel pezzo lì ha un significato

Jovanotti, poi, aggiunge una ulteriore considerazione in merito al fatto che, spesso, nella sua carriera gli è capitato di vivere dopo, delle emozioni che nei suoi testi aveva immaginato senza farne davvero esperienza: "Le canzoni sembrano degli oroscopi, scrivi una canzone e poi ti capita quella cosa lì, ti capita di vivere quell'emozione che nella canzone tu l'hai infilata dentro inconsciamente, e poi dopo un po' vivi un'emozione che è quella canzone lì, che tu non ce l'hai messa perché l'avevi vissuta, perché la stavi per vivere probabilmente. Spesso succede questo, a me è successo spessissimo che le canzoni prevedano cose". 

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