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Joan Mirò: la pittura del maestro surrealista in un’imperdibile mostra a Bologna

Fino a settembre Palazzo Albergati ospita un’interessante mostra dedicata al genio surrealista di Mirò: centinaia di opere, per indagare le forme e i colori che hanno caratterizzato la sua arte.
A cura di Federica D'Alfonso
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Joan Mirò, Pesonage and Moon (1950)
Joan Mirò, Pesonage and Moon (1950)

Dopo il grande successo della mostra dedicata a Frida Kahlo, Bologna propone un'altra imperdibile esposizione, questa volta dedicata al pittore surrealista Joan Mirò. Fino al 17 settembre 2017 Palazzo Albergati ospiterà una ricca selezione di capolavori del maestro spagnolo, giunti direttamente da Maiorca: per ricostruire la vita e l'arte di uno degli artisti più affascinanti del Novecento.

Mirò! Sogno e colore”, questo il titolo della mostra, espone nelle sale del palazzo bolognese ben 130 opere, tra cui cento olii: la ricca rassegna proviene dalla Fondazione Pilar i Joan Miró, che a Maiorca conserva, su volere dell'artista scomparso nel 1983, oltre 5 mila pezzi oltre che pennelli, tavolozze e tutti gli attrezzi del mestiere del grande maestro.

Mirò, il più surrealista dei surrealisti

Joan Mirò, Il carnevale di Arlecchino, Albright-Knox Art Gallery, Buffalo
Joan Mirò, Il carnevale di Arlecchino, Albright-Knox Art Gallery, Buffalo

Andrè Breton, uno degli ispiratori e teorici del movimento surrealista, descrisse Mirò come “il più surrealista di tutti”. Nell'intenzione manifestata più volte dall'artista, quella di “uccidere” e “annientare” l'arte tradizionale, in forza di uno stile sempre più distaccato dai modelli classici e dai temi usuali. Molti sono i soggetti ai quali, negli anni, Mirò dedicherà la propria passione pittorica: la natura e l'uomo, principalmente, ma anche il Carnevale e la maschera, così come i colori e le forme stesse che diventano protagonisti della tela a tutti gli effetti.

La mostra intende evidenziare come, dal momento del suo trasferimento a Maiorca a metà degli anni Cinquanta, le fascinazioni dell'isola spagnola entrino con forza nei quadri di Mirò, divenendo così uno dei temi che guida la mostra: all'interno degli spazi espositivi è ricostruito perfino lo studio che Mirò aveva tanto desiderato, e che non aveva avuto la possibilità di completare.

Ma c'è tutto, nelle oltre cento opere esposte: l'interiorità, il profondo attaccamento alla propria identità, e la continua ricerca di qualcosa di nuovo. Tutto questo passa attraverso opere uniche, come “Donna al chiaro di luna” del 1966, “Oiseaux” e “Femme dans la rue” del 1973.

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