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Ivan Granatino racconta Bella comme ‘a te: “L’ho scritta mentre mia moglie era in sala operatoria”

Ivan Granatino ha pubblicato lo scorso 31 maggio il suo ultimo album, Famiglia, in cui è contenuta anche Bella Comme ‘a te: oltre 150mila video con il suono in sottofondo su TikTok. Qui l’intervista al cantante campano.
A cura di Vincenzo Nasto
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Ivan Granatino, foto di Comunicato Stampa
Ivan Granatino, foto di Comunicato Stampa

Lo scorso 31 maggio, Ivan Granatino ha pubblicato il suo nuovo album dal titolo Famiglia. Si tratta di uno dei dischi più intimi nella discografia del cantante campano, accompagnato in questo viaggio da autori come Rosario Miraggio, Silvia Uras, uno skit del regista e attore Marco D'Amore, ma anche da suo padre Lino Granata: "Ho voluto omaggiarlo perché è grazie a lui che ho questa passione". Dodici tracce, tra cui è contenuta anche Bella Comme ‘a te, oltre 150mila video ricondivisi con la canzone in sottofondo su TikTok. Il singolo è nato in un momento particolare della sua vita: "Questo pezzo è uno dei tre brani totalmente autobiografici perché l’ho scritto fuori da una sala operatoria: dentro c’era mia moglie per un intervento molto delicato". Qui l'intervista a Ivan Granatino.

Come nasce l’album Famiglia, un concetto che apre e chiude il progetto con la titletrack e con ‘O senso da’ vita?

Famiglia nasce dall’esigenza di voler parlare di me, delle mie emozioni, del mio vissuto e anche delle mie paure e delusioni. Famiglia, il brano che dà il titolo all’album, non usa mezzi termini per raccontare storie. In questo disco non si parla di malavita, di gangster o pistole, eppure è un disco aggressivo. Come tutti gli adolescenti, sognavo di avere infiniti amici nella vita, una famiglia allargata, amori sparsi. Ma questo primo pezzo racconta di come, cercando l’amore, non mi è servito guardare così lontano. Famiglia è un disco d’amore, si giunge a questa conclusione come si fa con un diamante. Ogni canzone è una sfaccettatura che sprigiona colori, scintille e riflessi cangianti, differenti.

Qual è stato il momento più intimo nella produzione di Famiglia e come pensi sia cambiato anche il tuo rapporto con la musica negli ultimi anni?

Il momento più intimo è stato proprio quando ho deciso di mettere a nudo me stesso. È sempre molto più facile parlare di terze persone e di storie di altri: è complicato invece parlare di sé, guardandosi allo specchio o magari dovendo dare spiegazioni ai propri figli e alle persone che ami. La musica è per me un punto di partenza ogni volta, un po’ come l’amore, l’amicizia, la famiglia: una donna che ti ama, un amico che ti tradisce, una vittoria, una salita, una discesa. Il mio rapporto con la musica credo non sia proprio mai cambiato, almeno per adesso c’è ancora l’entusiasmo della prima volta. Un meraviglioso luna park dove provi e vedi tante cose, tante emozioni.

Che importanza ha avuto in questo progetto Bella comme ‘a te e come nasce la canzone?

Questo pezzo è uno dei tre brani totalmente autobiografici perché l’ho scritto fuori da una sala operatoria: dentro c’era mia moglie per un intervento molto delicato. L’ho poi ultimato con Armouan, che è un autore della mia squadra. Però è anche il pezzo che finora mi sta stupendo di più perché la gente si identifica molto, tant’è che è virale su TikTok e ha già oltre 150.000 video. Bella comme ‘a te pare non essere altro che il prolungamento di una storia passata con la compagna di una vita. Una canzone fatta dei miei sogni, dei miei figli e delle mie passioni più grandi.

Ti ha sorpreso vedere il brano diventare virale su TikTok?

Mi ha sorpreso moltissimo perché è un brano intimo, nato da una emozione fortissima e personale. Invece, il pubblico lo ha recepito come proprio. Mi ha commosso la storia di una persona che mi ha scritto dicendomi che grazie al brano era riuscito a recuperare i rapporti con la sua compagna di una vita, capendo che la loro storia non era finita. Quando riesci ad entrare nelle anime degli altri e a far sì che un testo diventi di tutti, hai vinto.

Perché hai deciso di coinvolgere anche Marco D’Amore nel brano?

È accaduto tutto in maniera semplice: avevo l’esigenza che la parte finale fosse diretta e chiara, così gli ho scritto e lui mi ha mandato questa meravigliosa strofa che chiude al top. C’eravamo conosciuti per la serie Gomorra, al cui interno ci sono alcuni brani miei, tra cui la prima canzone della prima puntata e l’ultima canzone dell’ultima puntata. Marco è un attore e regista che stimo molto e ha capito al volo quello che volevo trasmettere.

In Guardame ci sono molti racconti intimi del tuo passato, e viene citato anche Franco Ricciardi. Come sono i vostri rapporti adesso e perché non hai pensato a un feat con lui, come in Buongiorno Napoli e in Ingranaggi 2.0?

Franco per me è e rimane uno di famiglia. La vita, magari non per volontà personale ma per circostanze, ti porta ad allontanarti e a prendere strade professionali differenti ma non per questo l’affetto e la stima, ma soprattutto l’amicizia, si interrompono. Anzi, Franco spesso e volentieri passa a casa mia e ci raccontiamo sempre le nostre cose: ci diamo anche un sacco di consigli.

In Addo Chiove c’è il racconto di Ivan da bambino e da adulto: in cosa senti di esser cambiato di più, ora che sei papà?

Addo Chiove è uno degli altri brani totalmente autobiografici. Mi sono guardato allo specchio in determinate situazioni e ho fatto fatica ad interfacciarmi con le ingiustizie. I figli sono nient’altro che il riflesso della nostra anima, relazionarsi con loro significa relazionarci con noi stessi, darci delle risposte, far finta che sia tutto sotto controllo. Bambino lo sono un po’ sempre, mia moglie me lo dice spesso (ride n.d.r).

Perché hai pensato a Rosario Miraggio, Silvia Uras e tuo padre, Lino Granata, per le collaborazioni del tuo nuovo disco?

La realtà, a discapito di ciò che si possa pensare, è che questo album è nato senza feat perché volevo raccontare solo di me e delle mie emozioni. Poi la vita, come mi ha insegnato in tantissime situazioni, ti porta ad aggiungere, modificare, togliere cose: quest'album ha rappresentato un’evoluzione continua. Per quanto riguarda la presenza di mio padre, ho voluto omaggiarlo perché è grazie a lui che ho questa passione. Silvia, invece, è un nuovo membro della mia grande famiglia e una piacevolissima scoperta. Rosario è un amico di vecchia data così come Kekko D’Alessio.

C’è un’immagine particolare che ha ispirato maggiormente ‘O senso da’ vita?

Il pezzo è una ballata che racconta la vita, una carezza all’unica cosa che rimane per sempre davvero nostra. Ho guardato al futuro e chi mi conosce lo sa bene che io sono molto legato alla mia famiglia. Un sorriso d’amore verso ciò che riesce a farci dimenticare tutto, come i figli che per me sono il futuro e "il vero senso della vita".

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