Istat, i laureati spendono di più: “È la conferma che l’istruzione fa la differenza”

Studiare paga, nonostante la leggenda contemporanea che vuole più soddisfatti e realizzati coloro i quali hanno studiato (dunque, faticato) di meno nella vita. Almeno secondo il rapporto dell'Istat sui livelli di spesa delle famiglie italiane. Tra i diversi interessanti dati che emergono dal rapporto dell'istituto ufficiale di statistica, oltre quelli che riguardano le notevoli differenze di spesa tra famiglie "ricche" e "povere", tra quelle del Nord e quelle del Sud o tra quelle nelle grandi aree metropolitane e in quelle più rurali, c'è un parametro fondamentale che si mantiene stabile e che conferma la sua importanza

Sostiene l'Istat, infatti, che  se il capo-famiglia (o la capa-famiglia) è una persona laureata, in media la spesa di quel nucleo aumenta del 3,6% e arriva a 3.679 euro, il 29,3% in più di quelle con persona di riferimento diplomata (2.846 euro) e oltre il doppio di quelle la cui persona di riferimento ha al massimo la licenza elementare (1.699 euro).

Cos'altro aggiungere? Una famiglia "diretta" da laureati spende ogni mese il doppio di una con un capofamiglia con un basso titolo di studio. Questo cosa significa, che i laureati sono degli sperperoni? No, semplicemente che guadagnano di più e che i loro livelli di spesa sono di conseguenza maggiori. Con buona pace di quanti, ogni giorno, ci raccontano la storiella di quanto paghi molto di più nella vita non studiare e darsi solo da fare per far soldi il prima possibile. Studiare, insomma, è ancora l'unica arma per praticare quel minimo di mobilità sociale ancora possibile nel contesto italiano. E non solo.