Istanbul, Santa Sofia sotto la neve: cartoline invernali dal Bosforo
Non solo in Italia. In questi giorni, la neve sta cadendo un po' dappertutto, dall'Europa all'Asia. Tra i diversi video e le immagini che abbiamo visto, le più affascinanti sono quelle dei monumenti imbiancati. Soprattutto laddove non è consuetudine assistere a copiose nevicate. Non è un caso, quindi, che le immagini di Santa Sofia a Istanbul, in questi giorni, stiano facendo il giro del mondo. La moschea di Santa Sofia è uno dei principali monumenti di Istanbul. Dal 537 al 1453 l'edificio fu cattedrale ortodossa e sede del Patriarcato di Costantinopoli, a eccezione di un breve periodo tra il 1204 e il 1261, quando fu convertito dai crociati a cattedrale cattolica di rito romano sotto l'Impero latino di Costantinopoli.
Come rievoca già il nome in turco, Aya Sofya nacque come chiesa cristiana dedicata alla "Santa Sapienza". La sua costruzione fu voluta da Costantino come cattedrale della nuova capitale, ma fu conclusa solo dopo la sua morte. Infatti in quegli anni la chiesa era ancora in costruzione, e venne consacrata solo nel 360, al tempo di Costanzo II che la fece ingrandire e la costruzione divenne la chiesa episcopale di Costantinopoli. Dopo un incendio fu riedificata da Teodosio II, e riconsacrata nel 415. Della basilica teodosiana sussiste ancora un piccolo edificio circolare laterale, la sacrestia.
Divenne poi moschea ottomana il 29 maggio 1453. Con la caduta di Costantinopoli, infatti, la chiesa fu trasformata in moschea e in epoche successive vennero aggiunti i quattro minareti. Il primo fu fatto costruire dal Conquistatore, il secondo da Selim II (1566-1574) e il terzo da Murad III (1574-1595).L'enorme mezzaluna di bronzo dorato fu fatta collocare sul vertice della cupola da Murad III alla fine del XVI sec., a quest'epoca risalgono anche i contrafforti eretti per rinforzare le mura perimetrali lesionate da un terremoto. Stranamente i mosaici non furono distrutti ma fatti ricoprire da Solimano il Magnifico nel XVI secolo, mentre Abdul Mecit I fece restaurare la chiesa dai fratelli Gaspare e Giuseppe Fossati (1847-1849). Fu poi sconsacrata il 1º febbraio 1935 e divenne un museo.