Intervista a Guido Lombardi, Leone d’oro del futuro per il film “Là-bas”
Nel 2010 il regista Guido Lombardi, con una troupe estremamente ridotta e un budget limitatissimo, gira “La-bas”, lungometraggio che racconta la comunità nera di Castel Volturno, in provincia di Caserta.
Il film, quasi interamente girato in lingua inglese e francese, ha riscosso un enorme consenso di critica, aggiudicandosi tra gli altri il più prestigioso premio per opera prima italiano, il “Leone d’oro del futuro” alla 68° Mostra del Cinema di Venezia.
Tra poche settimane il regista inizierà le riprese del suo secondo lungometraggio: Take five, il cui titolo rimanda al celeberrimo brano jazz scritto da Paul Desmond e suonato dal "The Dave Brubeck Quartet". La storia del film trae ispirazione dai casi di cronaca della banda del buco: cinque uomini decidono di tentare la rapina al caveau di una banca passando attraverso il sistema fognario di Napoli. Ma il film racconta soprattutto ciò che avviene dopo la rapina, e sarà quasi completamente girato in un unico ambiente, il luogo di ritrovo dei complici, con un evidente rimando al film cult di Tarantino, Le Iene.
Come per “Là-bas” anche in “Take five” il regista Lombardi, nella selezione degli attori protagonisti, ha attinto al mondo stesso che racconterà, però, a dispetto della prima opera, in questo film ha selezionato attori con un curriculum già rilevante alle spalle.
Il merito di Guido Lombardi è di cercare, in un sistema in crisi come quello del cinema italiano, i modi e le forme che si possano adattare alla crisi stessa, in modo da produrre un risultato di alto livello nonostante i mezzi scarseggino. Questo grazie a un attento lavoro di sceneggiatura e a una già formata poetica personale.