In Italia centomila donne convertite all’Islam negli ultimi due anni. Nasce una web serie
Al Maxxi Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, il Roma Web Fest è stato presentato in anteprima "Sottomessa", la web serie sui divertenti contrasti fra donne italiane e quelle convertite all'Islam, scritta e prodotta da Enza, in collaborazione con il regista Kassim Yassin. Si tratta di una web serie il cui intento è quello di ribaltare in modo ironico il ruolo subalterno della donna nei diversi ambiti della società occidentale. La scrittrice Enza Li Gioi, autrice versatile anche di testi teatrali, sceglie di circoscrivere il delicato tema, trattando la cosiddetta sottomissione delle donne islamiche e in modo particolare dalle convertite cristiane all’Islam, fenomeno in crescita anche nel nostro Paese. Un dato pieno di contraddizioni e paradossi che con una certa dose di ironia è messo in evidenza e viene subito da chiedersi:
Sono veramente sottomesse le donne? E quelle islamiche in particolare?
La puntata pilota presentata al Maxi, lo scorso sabato 1 ottobre, ha introdotto tutti i protagonisti della serie, mettendo in risalto sin da subito le loro caratteristiche, che saranno ribadite in un crescendo comico, di puntata in puntata, di fronte a un nuovo fatto drammaturgico, dove le donne si riconfermeranno sempre come protagoniste vincenti. La chiave della serie, in 13 puntate da 10 minuti ognuna, è comica e l’intento è lontano dall’offendere alcuna religione né di sminuire il ruolo maschile, che comunque farà la sua parte. Lo scopo invece è quello di alleggerire argomenti che generalmente vengono trattati con pesantezza generando avversioni, ansie sociali e paure a volte immotivate.
Centomila donne in Italia convertite all'Islam negli ultimi due anni
La scrittrice Enza Li Gioi racconta a Fanpage.it
L'espansione del fenomeno delle conversioni all'Islam non è da sottovalutare. Si parla addirittura di 100.000 nell'arco degli ultimi due anni nel nostro Paese e non soltanto di donne. L'idea di scrivere sul tema delle donne italiane convertite all'Islam è nata dall'incontro con il regista e attore somalo (Djibuti – Corno D'Africa) con il quale avevamo lavorato assieme nella mia commedia musithriller "Soap Operetta", in cui Kassim faceva la parte di un mio figlio che vuole cambiare sesso. Il mio tipo di umorismo è piaciuto molto a Kassim che è un fervente islamico, molto ligio alla sua religione. È stato lui dunque a propormi di scrivere una serie web sul tema. Io ho accettato ponendo come condizione che se ne potesse trarre qualcosa di ironico e allegro e soprattutto che diventasse motivo di mettere in scena la condizione femminile in generale. Una cosa commovente è che Kassim Yassin Saleh, il regista, è capace di infondere entusiasmo in tutti quanti con la sua inesauribile energia.
I personaggi di "Sottomessa", un crescendo di comicità e riflessione
In un Internet Point di Trastevere, a Roma quattro donne stanno di fronte ai computer. Le due islamiche con il velo sono in video chiamata intente a convertire altre donne all’Islam e a raccogliere fondi per una "Casa delle Convertite" in cui sia possibile parlare assieme dei problemi inerenti alla loro scelta religiosa che le isola e le allontana anche dalla loro famiglia di origine. Il poster della loro iniziativa è affisso al muro del locale e rappresenta una donna velata che strizza maliziosamente un occhio. Le altre due donne sono una suora cattolica, che guarda ossessivamente dei maiali portati al macello e piange sconsolatamente avendone amato moltissimo uno da piccola prima che venisse macellato, e una giovane e attraente ragazza che liquida uomini in videochiamata e mangia provocatoriamente panini di pane arabo imbottiti di porchetta. A queste va aggiunta la proprietaria del locale, un’africana immigrata e un’aggressiva e reazionaria giornalista anti-islamica.
Più che sottomesse, sono donne vincenti
La trama è avvincente perché per qualche arcano motivo questo eterogeneo gruppo di donne è destinato a trovare un terreno comune, a instaurare un clima di complicità e a distinguersi individualmente nel corso delle puntate con delle azioni vincenti, mostrando scaltrezza e nella loro palese diversità di essere unite e mosse dalla stessa forza interiore, un quid connaturato nell'universo femminile, al di là della religione e dei contesti culturali di provenienza. Aggiunge Enza Li Gioi:
Più che soffermarsi sulla scelta delle donne che si convertono all'Islam, si descrivono in questa serie diverse tipologie di donne, assolutamente diverse tra di loro che, per qualche motivo troveranno, nel corso degli episodi un cemento, un terreno comune su cui costruire una solidale amicizia. Insomma dall'idea iniziale ne esce alla fine un omaggio a tutte le donne in un momento durissimo per la loro condizione, come attestano le violenze sessuali, i femminicidi, le persecuzioni sul lavoro e così via. Le donne della serie saranno sempre vincenti, saranno sempre loro a risolvere le situazioni e ad avere l'ultima parola.