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In Francia i contagi non rallentano: nuovo stop a musei, teatri e cinema

Slitta l’apertura di musei, teatri e cinema annunciata la scorsa settimana da Emmanuel Macron. Purtroppo i contagi giornalieri da Coronavirus non diminuiscono nella misura auspicata e il Governo francese è stato costretto a spostare in avanti di tre settimane la riapertura. Confermato il coprifuoco alle 20 di sera, tranne a Natale.
A cura di Redazione Cultura
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La Francia fa marcia indietro e tiene chiusi musei, teatri e cinema per altre tre settimane. Ad annunciarlo è stato il primo ministro Jean Castex, spiegando che nel Paese ci sarà una riapertura ridotta alla luce dei risultati non soddisfacenti sul fronte della diminuzione dei contagi da Coronavirus. Secondo quando annunciato la settimana scorsa dal presidente Emmanuel Macron, infatti, i luoghi della cultura avrebbero dovuto riaprire i battenti il 15 dicembre in coincidenza della fine del lockdown nel Paese, ma la riapertura era subordinata al calo dei contagi che non è avvenuta nella misura in cui si sperava. Motivo per cui il coprifuoco continuerà in vigore dalle 20 e durerà fino alle 6 di mattina, eccezione fatta per la notte di Natale.

Era stata fissata a 5000 contagi giornalieri, infatti, l'asticella per consentire la riapertura, cosa che purtroppo non è avvenuta. Anzi, siamo ben lontani. Almeno leggendo i dati di ieri, che segnava di nuovo ben sopra i diecimila contagi giornalieri. "La sfida è lungi dall’essere vinta", ha dichiarato il premier Castex nel corso della conferenza stampa settimanale sulla situazione epidemiologica. "Siamo su una specie di plateau", ha sottolineato, citando i 14.000 nuovi contagi di ieri rispetto ai 5.000 auspicati per poter riaprire dopo il lockdown. "Il numero di contagi non si riduce – ha aggiunto Castex – anzi tende leggermente a riaumentare da qualche giorno." Condizione che assomiglia, tristemente, a quella italiana.

E che in ogni caso impedirà di attuare ciò che Emmanuel Macron aveva annunciato soltanto la settimana scorsa con la riapertura di teatri, musei e cinema a partire dal 15 dicembre dopo la seconda ondata di Coronavirus, quando in pompa magna aveva dichiarato: “La cultura è essenziale per la nostra vita di cittadini".

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