In anteprima la copertina italiana del sequel de “Il buio oltre la siepe”
L'uscita di "Go set a watchman" ha registrato un vero e proprio boom di vendite: il libro è stato presentato nelle librerie lo scorso 14 luglio, e nel primo giorno ha collezionato più di 150 mila copie vendute, senza contare le edizioni digitali. "È entusiasmante vedere un libro che domina l'agenda delle notizie di un Paese: ricorda quanto la letteratura sia importante per tutti noi. Parlo a nome di tutta la Penguin Random House quando dico che siamo onorati di far parte di questo pezzo di storia dell'editoria", ha dichiarato Susan Sandon, collaboratrice del gruppo editoriale americano. In Italia, l'uscita del libro è prevista per il 19 novembre prossimo per Feltrinelli, ma è già stata diffusa l'anteprima della copertina: anche nel nostro Paese "Va', metti una sentinella", questo il titolo tradotto, si annuncia come il successo editoriale dell'anno.
Nel catalogo Feltrinelli "Il buio oltre la siepe" era entrato immediatamente, nel 1960, dietro consiglio dell'editore tedesco Rohwolt, a dispetto di qualsiasi previsione sullo scarso interesse del pubblico italiano per i temi del libro e per la critica del razzismo. Da allora è divenuto un classico insostituibile nella lunga lista di classici pubblicati da Feltrinelli, con numerosissime ristampe e un successo ancora vivo dopo più di cinquant'anni. Un successo che sicuramente continuerà con il sequel.
"Va', metti una sentinella" sarà il titolo con il quale il romanzo verrà distribuito il prossimo 19 novembre in Italia. Fedele all'originale inglese, a sua volta il titolo è una citazione della Bibbia, tratta da Isaia 21,6: "poiché così mi ha detto il Signore: va', metti una sentinella che annunci quanto vede". Di nuovo un titolo simbolico, forte: tradotto in Italia con un più semplice "Il buio oltre la siepe", in inglese "To kill a mockingbird" denunciava l'assurdità della violenza razziale con una metafora profondamente evocativa. "Uccidere un usignolo" è di per sé una cosa sciocca, insensata e sintomo di una violenza fine a se stessa, visto che l'usignolo è un uccello innocuo, che si ciba semplicemente di insetti, non danneggia i campi ed emette un canto bellissimo.
"Go set a watchman" ha sollevato un vero e proprio caso mediatico, a causa delle vicende controverse che hanno portato alla sua pubblicazione. Il sequel de "Il buio oltre la siepe" sarebbe stato scritto da Harper Lee prima dell'uscita, nel 1960, del suo unico e più conosciuto romanzo: Lee avrebbe scelto di non pubblicare altri libri né di esporsi più del necessario alla valanga mediatica che fin dall'inizio aveva travolto la sua opera, dunque, a distanza di 55 anni, il "ritrovamento" del nuovo manoscritto aveva fatto supporre un presunto "furto" dell'opera da parte degli editori. Simbolo importante della lotta per i diritti civili, "Il buio oltre la siepe" ha descritto un capitolo cruciale della storia degli Stati Uniti: Jean Louise e Jeremy Finch, due fratelli orfani di madre, conducono una vita spensierata in una piccola cittadina dell'Alabama, Maycomb, durante i faticosi anni Trenta. La tranquilla vita di provincia viene turbata improvvisamente dalla vicenda di Tom Robinson, un giovane di colore ingiustamente accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza bianca: ad Atticus Finch, padre dei ragazzi e avvocato dai saldi principi morali, per le sue note convinzioni antirazziste viene assegnata la difesa dell'uomo.
L'uscita in anteprima lo scorso 10 luglio del primo capitolo del sequel, che ritrova i personaggi venti anni più tardi, aveva suscitato stupore e polemiche: l'entrata in scena di un nuovo personaggio, che sarà determinante nella vita dell'ormai donna Jean Louise, la morte inaspettata di un protagonista fondamentale e la presunta caratterizzazione negativa e razzista di quello stesso Atticus che anni addietro aveva combattuto tenacemente per la giustizia, hanno fatto parlare e congetturare parecchio, anche prima dell'effettiva uscita del romanzo.
Il verdetto di chi ha già letto il libro è stato contrastante: più "tagliente" ed "ambizioso" del precedente, il romanzo non rappresenterebbe il miglior lavoro di Harper Lee. Secondo il New York Times però, che ha recensito per primo il racconto, immaginato da Lee prima del più noto "Buio oltre la siepe", all'epoca sarebbe stato più promettente, reale ed interessante di quest'ultimo, che, comparato con il nuovo romanzo, sembra avere "il fascino di una favola e la stoffa di un film popolare".