Il Teatro Garibaldi di Palermo occupato dai lavoratori dello spettacolo
Un centinaio di giovani artisti ha deciso di occupare il Garibaldi di Palermo, uno dei teatri più antichi della città. Gli artisti, dopo aver dato vita a un piccolo corteo, hanno occupato simbolicamente la struttura, che risulta essere inattiva da un decennio. Ai cancelli, poi, è stato appeso uno striscione con su scritto "Teatro Garibaldi aperto". Gli occupanti hanno parlato di un'iniziativa simbolica: "il Garibaldi è l’ennesimo spazio negato alla città, un luogo che ci appartiene come cittadini e come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte". Ecco perché è necessario che il Comune vari un regolamento preciso che si occupi di disciplinare l’assegnazione degli spazi teatrali e di monitorare costantemente tutte le attività finanziate”.
Il Commissario Latella ha concesso il teatro fino a domenica sera- Dopo quella del Teatro Valle di Roma, arriva quindi un'altra occupazione simbolica da parte di chi lavora nel mondo della cultura. I manifestanti hanno annunciato che resteranno nella struttura fino a domenica e che, in tale lasso di tempo, metteranno in scena diversi spettacoli. Un bel segnale che le istituzioni locali non hanno potuto non recepire. Il commissario del Comune di Palermo Luisa Latella ha già incontrato una delegazione degli artisti, ai quali ha proposto la concessione del teatro per il week-end e l’invito a un tavolo tecnico per l’assegnazione dello stabile. Da domani sera, però, la struttura dovrà essere lasciata libera.
Una protesta simbolica- Il bersaglio della protesta, va precisato, non è il Teatro Garibaldi. I manifestanti intendono richiamare l'attenzione dei cittadini non solo sul problema dei beni culturali chiusi da tempo e lasciati al loro destino, ma anche, come riferisce un manifestante, sulla necessità di un modello lontano dalle nomine di direttori artistici ispirate da logiche partitiche. I giovani artisti palermitani hanno ricevuto anche l'appoggio di importanti esponenti del mondo dello spettacolo, come Franca Rame, Paolo Rossi, Daniele Silvestri e Mario Venuti.
