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Il Teatro di Saverio La Ruina: dagli esordi a “Polvere” (VIDEORITRATTO)

Saverio La Ruina è uno degli artisti più premiati degli ultimi anni, drammaturgo, attore e regista, ha fondato e dirige il più importante festival teatrale del sud Italia, “Primavera dei Teatri”. Quest’anno è in tournée con il suo nuovo spettacolo, “Polvere”. Abbiamo ripercorso insieme con lui le tappe più importanti della sua carriera e ve le raccontiamo con un videoritratto.
A cura di Andrea Esposito
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Siamo andati a Galleria Toledo a Napoli per incontrare il pluripremiato drammaturgo, attore e regista calabrese Saverio La Ruina – in scena con “Polvere” fino a domenica 18 – che è anche il fondatore di uno dei più importanti festival teatrali del Mezzogiorno, “Primavera dei teatri”. Abbiamo ripercorso insieme con lui le tappe più importanti del suo percorso artistico e ve le raccontiamo con un videoritratto.

L’infanzia a Castrovillari

Castrovillari è un piccolo comune in provincia di Cosenza dove “quando ero ragazzino non c’era niente – come lui stesso ci ha raccontato – se non quattro sale cinematografiche”. La sua famiglia possedeva un bar nel centro del paese e lui fin dall’età di sei anni aiutava i genitori facendo le consegne. Tutti e quattro cinema erano clienti del bar per cui a lui toccava spesso andare portare i caffè ai proiezionisti delle sale. Lì, proprio come in “Nuovo cinema paradiso” di Tornatore, spiava dal buco del proiettore i film in programma “e fu così che mi innamorai del cinema e decisi che volevo fare l’attore”.

Il DAMS a Bologna e l’incontro con il teatro

Come molti meridionale il giovane Saverio emigrò al nord per gli studi universitari iscrivendosi al DAMS di Bologna, convinto che lì avrebbe potuto imparare ciò che serviva per entrare nel mondo del cinema. In breve però si rese conto che quello dell’università era un tipo di studio esclusivamente teorico e notando che molti attori venivano dalle accademie di teatro decise di frequentare la Scuola di Teatro di Bologna: “Per colmare il gap del ‘terroncello’ che non sapeva nulla né di arte, né di cultura iniziai ad andare molto a teatro e lì vidi alcuni spettacoli che mi colpirono. Decisi allora che quella poteva essere la mia strada”.

Il debutto con Leo De Berardinis e la scoperta della drammaturgia

Dopo aver debuttato in teatro negli anni ’80 con Leo De Berardinis e aver lavorato con Jerzy Sthur, inizia un triennio con Claudio Remondi e Riccardo Caporossi, coppia storica del teatro italiano specializzata nella ricerca di nuovi linguaggi teatrali, un'esperienza che sarà per lui fondamentale. Altra tappa importante è quella con Eimuntas Nekrosius ai laboratori della Biennale di Venezia nel 1999 e nel 2000. Qualche anno prima però, nel 1992, nella sua Castrovillari, fonda insieme con Dario De Luca la compagnia “Scena Verticale” che debutterà nel 1996 con lo spettacolo “La Stanza della memoria”: “Grazie a quello spettacolo – spiega La Ruina – iniziai a cimentarmi con la drammaturgia che però all'epoca era più una sorta di scrittura di scena”. Seguirono altri lavori come, “De-viados”, “Hardore di Otello” (tragedia calabro-scespiriana, “Amleto ovvero Cara mammina”, “Kitsch Hamlet” e “Elettra. Tre variazioni sul mito” che ottennero molti riconoscimenti di critica e pubblico.

Il successo di “Dissonorata” e il bis ai Premi Ubu

“Non avrei mai pensato di fare un monologo, di mettermi su una sedia e raccontare una storia”. E invece nel 2006 La Ruina si cimenta proprio col monologo “questa volta scritto e provato a tavolino” che racconta dei delitti d’onore nella sua Calabria, di cui utilizza anche la lingua ruvida e arcaica. Il consenso di pubblico e di critica è tale da vincere ben due Premi UBU come “Migliore attore italiano” e “Migliore testo italiano” e il Premio Hystrio alla Drammaturgia nel 2010. Vince ancora il Premio Hystrio per la Drammaturgia e il Premio UBU per il Migliore testo italiano con un altro monologo “La Borto” che racconta degli aborti clandestini, tra gli anni Sessanta e Settanta, praticati dalle cosiddette “mammane” che interrompevano le gravidanze con ferri da calza. Nel 2012 ancora un Ubu come miglior attore italiano con "Italianesi".

Il Festival “Primavera dei Teatri”

Dopo sedici edizioni “Primavera dei Teatri” è oggi indiscutibilmente il punto di riferimento nel sud Italia per la drammaturgia contemporanea, proprio nella regione più difficile del meridione. Ogni anno tra maggio e giugno, il protoconvento francescano arroccato su uno sperone del paese di Castrovillari ospita le migliori novità della scena nazionale ed è soprattutto un luogo di incontro e confronto tra i diversi tipi di teatro: da quello più concettuale a quello di visione, da quello performativo a quello legato alla drammaturgia. Non solo, con i suoi laboratori di formazione per il pubblico, “Primavera dei Teatri” può contare su un numero crescente di appassionati che riempiono le sale ad ogni spettacolo.

"Polvere", il nuovo spettacolo

In programma a Galleria Toledo fino a domenica 18, "Polvere" è un dialogo tra un uomo, interpretato da Saverio La Ruina, e una donna, Cecilia Foti. Lo spettacolo racconta la loro storia "d'amore" o meglio il tormento che la donna vive a causa della morbosità di lui che, con spietato cinismo, la costringe a raccontare ogni singolo istante della sua vita alla ricerca di un presunto errore. L'uomo arriverà fino al punto di accusarla di aver meritato e anzi aver cercato la violenza carnale di cui è rimasta vittima anni prima.

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