Il sirtaki non è tradizionale: cosa sapete veramente della Grecia? Il ritratto di The Passenger
Il Sirtaky, Mykonos e le isole dove andare in vacanza d'estate, la crisi economica, il Partenone: questa è la Grecia vista da chi non ha mai provato a immaginarsela o a cercare qualcosa che potesse dare un'immagine più complessa di un Paese che oltre a essere stato ‘culla della civiltà Occidentale' per usare un luogo comune, che in fondo luogo comune non è, è ricco di sfaccettature e racconti. Nei nostri occhi ci sono senza dubbio gli scontri dovuti al movimento nazionalista di Alba Dorata, l'Europeo del 2004, c'erano Tsipras e Gianīs Varoufakīs da una parte e la Germania dall'altra, ma a ben guardare c'è una realtà che alle star come il regista Yorgos Lánthimos o, ancora di più, il cestista NBA di origini nigeriane Giannīs Antetokounmpo alterna anche personaggi letterari come il sindaco di salonicco Ghiannis Boutaris.
The Passenger: uno sguardo sulla Grecia
Se la Grecia è una delle mete che avete in programma nelle prossime settimane o nei prossimi anni e la voglia di scoprirne Storia e attualità va oltre una ricerca sulle spiagge più belle da fare velocemente online, uno dei consigli è quello di affidarsi a The Passenger, la rivista "per esploratori del mondo" che contiene inchieste, reportage letterari, saggi narrativi etc, pubblicata da Iperborea, che da oltre un anno accompagna il pubblico con numeri monotematici su vari Paesi, dall'Islanda al Giappone, passando per la Norvegia, il Portogallo e l'Olanda e che si aprirà, a breve, anche a numeri monotematici sulle città (di prossima pubblicazione Berlino).
Un Paese di migrazioni
Aprire The Passenger è immergersi nelle camminate da flaneur in giro per Atene di Nikos Vatòpoulos che racconta questa città che si identifica "con due idee opposte e onnipresenti: trionfo e lutto", ma è anche i reportage di Matteo Nucci o Christos Ikonòmou che non possono fare a meno di raccontare la migrazione. Se c'è una cosa che emerge netta da questi racconti è come l'Italia e la Grecia abbiano in comune il destino di essere luogo di migrazioni: "Il più famoso fra i profughi antichi che presero il mare dalle coste dell'Asia Minore fu Enea" comincia lo scrittore italiano che spiega come, appunto, il Paese ellenico condivida con il mostro quello di essere zona di frontiera, ma anche luogo di enorme migrazione in uscita e interna: "Migrare è sempre una tragedia e ogni migrante è una figura tragica" scrive Ikonomou che racconta la fuga delle nuove generazioni: "Sembra che la Grecia abbia perso non solo il suo presente, ma anche il suo futuro", spiega lo scrittore che in Italia è pubblicato da Elliot.
Il ritorno del Rebetiko e il Nuovo Cinema
Tra le storie di questo numero si può incontrare anche Petros Markaris, probabilmente lo scrittore greco più famoso al mondo, inventore del commissario Kostas Charitos – che qualcuno avvicina al nostro Montalbano – che racconta del cibo e delle taverne sempre più complesse da incontrare, ci si può imbattere nel rebetiko suonato negli scantinati ateniesi, musica che è tornata sempre più in auge (e che in Italia ha riportato Vinicio Capossela), c'è la "Greek Weird Wave" del Cinema greco che da anni sforna film premiatissimi all'estero, dal citato Yorgos Lánthimos a Ghiannis Ikonomídis, Panos Koutras, senza dimenticare, ovviamente il Theo Anghelópoulos de Ls Recita, fino al racconto di un giocatore di basket nero che ha costretto a chinare la testa oltre che agli avversari, anche ai peggiori fascisti. Lasciarsi trasportare sull'isola di Lesbo, nella Salonicco del Sindaco Boutarsi o a Ikaria dove si vive oltre i 100 anni potrebbe essere un'esperienza che vi farà scoprire una terra che troppo spesso ci lasciamo raccontare dal pregiudizio. The Passenger si rivela sempre più uno strumento letterario utile, in grado di unire diversi livelli di narrazione (dalla fotografia, alle schede, passando per le cartine e i disegni) e facilitare un primo incontro con realtà complesse e culture altre: e poi ci ricorda che il Sirtaki non ha niente di tradizionale, a differenza di quello che possiamo ancora pensare.