Negli ultimi tre anni è iniziato a circolare anche nell'ambito del giornalismo sportivo il termine "sarrismo". Un fatto curioso, e certo lusinghiero per l'allenatore Maurizio Sarri: è stato perfino registrato dalla sezione Neologismi del portale Treccani, che ne riporta alcune attestazioni salienti. Da un lato è evidente che il primo significato con cui è nata questa parola abbia strettamente a che fare col mestiere dell'allentatore, essendo un significato tecnico, di metodo: proprio come chiosa la Treccani si tratterebbe di una concezione di gioco "fondata sulla velocità e la propensione offensiva", ma dall'uso che ne viene fatto si può aggiungere a queste caratteristiche anche quella di un certo idealismo estetico, di un'opzione per il bel gioco. Il piacere e il divertimento che scaturiscono da questa impostazione sono un terreno fertile per gli usi estesi del sarrismo, che trova nella figura dell'allenatore una manifestazione diretta dello spirito e dei caratteri del popolo tifoso, in particolare parlando di Napoli, perché è nel triennio che Sarri ha passato a Napoli che questi caratteri si sono definiti in maniera evidente.
Per la maggior parte i neologismi nascono e subito muoiono, ma alcuni hanno in sorte una certa longevità, che li porterà a uscire dal gruppo dei neologismi per entrare nei dizionari. Certo si possono avere delle riserve sulla consistenza dei concetti significati dal "sarrismo": è difficile che una persona riesca a esprimere dei caratteri, delle tendenze o degli ideali talmente famosi, marcati e versatili da diventare proverbiali. Però pare che Sarri ci stia riuscendo: anche nelle ultime ore, in cui si discute l'ipotesi di un suo passaggio alla Juventus, se ne discute spesso in termini di adozione del sarrismo, anche dibattendo sul fatto che una certa impostazione sul bel gioco possa essere abbracciata come una via che unisca il sogno al risultato o invece sia da rifuggire come un fantasma che non porta a nulla. Quando una discussione pubblica usa un termine del genere, è segno che il termine è vitale, che è un punto d'incontro, un luogo comune nel senso migliore.