Il più antico acquedotto romano scoperto durante gli scavi della Metro C
La scoperta di una significativa porzione di acquedotto romano rinvenuta negli scavi della Metro C al Celio è una tra le più interessanti degli ultimi anni in campo archeologico. Secondo gli esperti riuniti da ieri in convegno e fino al 7 aprile, infatti, tra le ipotesi più verosimili vi è possibile una identificazione con un tratto dell’Aqua Appia, l’acquedotto più antico di Roma che attraversava questo quartiere a una notevolissima profondità. I resti al momento smontati e sposati in attesa del rimontaggio riguardano la preziosa scoperta del tratto di acquedotto romano rinvenuto sotto Piazza Celimontana.
Lo scavo di Piazza Celimontana
Nel mese di dicembre 2016 si erano concluse le ricerche archeologiche nei giardini di Piazza Celimontana, al Celio, in occasione dei lavori della tratta T3 della Linea C della Metropolitana di Roma che collega il Colosseo a San Giovanni in Laterano. Lo scavo, durato due anni, realizzato sotto la responsabilità scientifica della Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale, ha permesso di esporre e documentare una eccezionale sequenza di stratigrafie e strutture a partire dalla Età del ferro fino all'età moderna.
L'acquedotto: datazione e identificazione
Dai dati emersi si può con un certo grado di sicurezza affermare che la costruzione dell’acquedotto si può inquadrare in un periodo di poco precedente la metà del III secolo a.C., cronologia che rimanda all’unico acquedotto noto di quest’epoca: l’Anio Vetus (272 a.C.), anche se alcuni esperti ritengono che l’Anio Vetus non passi per il Celio. Più verosimile, dunque, è l'attribuzione all’Aqua Appia, l’acquedotto più antico di Roma (312 a.C.), che sicuramente attraversava questo quartiere ad una notevolissima profondità.