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Il parco archeologico di Sibari torna all’antico splendore dopo l’alluvione di 4 anni fa

Dopo quattro anni di lavori, costati 18 milioni di euro, torna al suo splendore il Parco archeologico di Sibari, in Calabria. Sede di importanti reperti di età romana e della Magna Grecia.
A cura di Redazione Cultura
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Teatro Scolacium nel Parco Archeologico di Sibari
Teatro Scolacium nel Parco Archeologico di Sibari

Dopo quattro anni dal tremendo alluvione che sommerse gli scavi e lavori di restauro costati diciotto milioni di euro, torna al suo splendore il Parco archeologico di Sibari, in Calabria. I lavori, resi necessari in seguito all'alluvione del 2013 si sono resi necessari per pulire e riqualificare l'intera area, un sito di fondamentale importanza per il patrimonio culturale italiano, contenente reperti dell'antica Roma e della Magna Grecia.

Torna fruibile, tra l'altro anche il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, che ospita al suo interno testimonianze relative a frammenti architettonici, come  corredi tombali risalenti all'età del ferro E gli ornamenti religiosi del santuario di Atena del VI-IV secolo a.C.. "Sono molto orgogliosa – ha dichiarato il sottosegretario del ministero ai beni culturali Dorina Bianchi – della restituzione di questo importantissimo sito. È un sito unico di cui usufruiranno turisti non solo calabresi ma provenienti dall'Italia e dal mondo".

Dove si trova

Il Parco archeologico di Sibari si trova in provincia di Cosenza, a Sibari. Si tratta del sito di una delle più ricche e importanti città greche della Magna Grecia. L'area del parco archeologico è divisa in settori: Parco del Cavallo, Prolungamento Strada, Casabianca, Stombi. La visita rappresenta un percorso a ritroso nel tempo che dalla tarda antichità e dall'età romana scende ai livelli della Sibari arcaica di VIII secolo a.C.

Un'area funestata da piogge battenti

Dopo piogge battenti e diversi alluvione, nel 2013 e nel 2015, l'area archeologica di Sibari ha subito diversi danni. La pioggia, infatti, non ha reso impraticabile solo strade e ferrovie ma ha causato danni ai beni culturali di una regione che vanta un patrimonio archeologico rilevante.

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