Il Papiro di Artemidoro è un falso: nel 2004 fu venduto per quasi 3 milioni di euro
Il famoso Papiro di Artemidoro, acquistato dalla Fondazione per l’arte della Compagnia di San Paolo nel 2004, al prezzo di 2 milioni e 750 mila euro per essere esposto al Museo Egizio, è un falso. Il procuratore di Torino, Armando Spataro, che solo qualche giorno fa è finito su tutti i giornali per la polemica che lo ha coinvolto col ministro dell'interno Matteo Salvini, pochi giorni prima di andare in pensione e lasciare la magistratura ha reso ufficiale l’esito di questa indagine.
Ormai non sembrano esserci più dubbi. Anche gli accertamenti disposti dal ministero dei Beni culturali sugli inchiostri utilizzati per tracciare la pergamena a lungo considerata documento di inestimabile valore storico, hanno decretato che i disegni sono di epoca certamente successiva al I secolo a.C., molto probabilmente un falso dell’Ottocento attribuibile al greco Costantino Simonidis.
Si trattò quindi di una enorme truffa realizzata dal mercante d’arte d’origine armena e residente in Germania, Serop Simonian. Gli aspetti dell’inchiesta di Spataro che evidenziano il falso sono diversi. Tra questi c'è una missiva del 2004 con il cui Rosa Schmitt-Neubauer, il delegato del governo federale per l’Istruzione e la Comunicazione di Bonn, conferma che non è necessaria nessuna autorizzazione all’esportazione del documento che "non appartiene ai beni artistici di valore per la storia tedesca”. Il papiro non era considerato patrimonio culturale da tutelare nonostante si trovasse in territorio tedesco.
Oggi l’indagine viene ufficialmente chiusa con una richiesta di archiviazione e solo per estinzione del reato di truffa, per prescrizione. Ma “la certezza del falso – scrive Spataro – è abbondantemente provata, sulla base di elementi indiziari gravi, precisi e concordanti” e chiude il suo atto bacchettando direttamente la Fondazione per l’Arte della Compagnia cui dispone siano restituiti gli atti “ferma restando l’opacità assoluta dell’intera vicenda/trappola in cui la fondazione stessa è intercorsa e che sarebbe stata verosimilmente evitabile attraverso accertamenti, studi e consulenze affidabili prima dell’acquisto del” papiro di Artemidoro.