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Il padre di Annalisa Durante: «Salvate Napoli donando un libro»

Giovanni Durante, padre della ragazzina uccisa a Forcella undici anni fa, ora recupera i giovani a rischio del suo quartiere e invita a donare libri alla sua biblioteca.
A cura di Luca Iavarone
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Sono passati undici anni da quel tremendo sabato 27 marzo, undici anni dall'assassinio di una ragazzina di quattordici anni, coinvolta per errore in uno scontro a fuoco per le strade di Forcella, a Napoli. Una tragedia profonda, resa ancora più inaccettabile dalla brutale dinamica dei fatti che vedevano Salvatore Giuliano, detto "‘o russ", rispondere al fuoco dei suoi sicari colpendo e uccidendo un'innocente.

Vent'anni di detenzione sono la pena inflitta all'allora ventenne esponente del clan Giuliano, una sentenza che, però non ha certo placato la sete di giustizia della famiglia di Annalisa, che nelle dolorose parole del padre Giovanni non può che esprimere l'impossibilità di un adeguato risarcimento per la perdita della figlia.

Dopo l'accaduto, per sei lunghi anni Giovanni Durante si chiude in casa insieme alla moglie, in un silenzio doloroso. Il quartiere fa quadrato attorno alla famiglia, la vicinanza delle istituzioni non tarda a farsi sentire, e lentamente quel lutto, impossibile da elaborare, comincia a prendere la forma dell'impegno civile. Con una forza di volontà sovrumana il padre di Annalisa decide di dedicarsi all'educazione e al recupero dei ragazzini a rischio del suo quartiere: «Mica posso andare via dopo che mi hanno fatto del male?», ci dice sicuro.

Il suo doposcuola accoglie tutti, anche i figli dei boss: infanzie difficili, a cui Giovanni guarda con gli occhi della speranza, facendosi carico di un compito eroico, da padre-educatore, con tutta l'esperienza e la caparbietà di chi ha scelto di estendere la sua paternità sottratta alla comunità intera. Uno sportello per le donne maltrattate è il suo rifugio sicuro per le centinaia di esperienze di violenza, abusi ed emarginazione taciute dietro la diffusa cortina di un'omertosa complicità.

Annalisa aveva paura del quartiere in cui viveva, delle strade poco sicure, di quel ghetto dimenticato dalla legalità, e affogava il suo disagio nella scrittura, affidandolo alle pagine di un diario, pubblicato nella rielaborazione di Matilde Andolfo sotto il titolo "Il diario di Annalisa". Ora suo padre ha assunto su di sé la missione di trasformarli quei luoghi, piantando i semi di una nuova generazione consapevole e informata. E forse proprio per quella toccante scoperta dei diari della figlia, Giovanni ora sta mettendo su una biblioteca, in cui regalare libri scolastici a chi non può permetterseli, o in cui donare, semplicemente, il piacere della lettura a chi quel piacere non sapeva potesse esistere. La collezione è ancora molto povera, ma sta poco a poco crescendo grazie a donazioni spontanee provenienti da tutto il mondo.

Donare un libro alla Biblioteca Annalisa Durante non è beneficenza, ma è un semplice gesto di gratitudine verso chi, non trovando più un senso alla propria vita, dà un senso alla vita degli altri.

Spedisci o porta personalmente un libro all'Associazione "Annalisa Durante", via Vicaria Vecchia 23, 80138, Napoli.

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