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Il nuovo romanzo di Salman Rushdie esce su newsletter: “Voglio sperimentare cose mai fatte prima”

Salman Rushdie, autore di bestseller come “I versetti satanici” e “I figli della Mezzanotte”, pubblicherà il suo nuovo romanzo in una newsletter a puntate su Substack. Un precedente che potrebbe cambiare le regole dell’editoria e che dimostra come uno strumento considerato vecchio dai più stia tornando in auge.
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A poco più di un anno dalla pubblicazione del suo ultimo romanzo, Quichotte, lo scrittore indiano Salman Rushdie, già autore di bestseller come I versetti satanici e I figli della Mezzanotte, ha scelto di ripresentarsi ai propri lettori in una modalità inconsueta: il nuovo libro del vincitore del Booker Prize, The Seventh Wave, sarà infatti pubblicato a puntate in una newsletter a cadenza periodica sulla piattaforma Substack. Un precedente che potrebbe cambiare le regole tradizionali dell'editoria, almeno per quel novero di autori e autrici di consolidata fama che, volendo, potranno bypassare la mediazione delle case editrici e sfruttare un canale diretto. Per quanto riguarda la trama, Rushdie ha annunciato che la storia di The Seventh Wave sarà incentrata sulla vicenda di un regista e un attore, e che sarà "scritta nello stile del cinema della Nouvelle Vague" e scandita dalla presenza di "tantissimi gangster".

Non solo Rushdie: il mondo della cultura si affida sempre più alle newsletter

Intervistato dal New York Times, Rushdie ha annunciato di voler sperimentare cose che non ha mai fatto prima, spiegando che fino a poco tempo fa, quando Substack si è fatta viva con il suo agente Andrew Wylie, non si era mai fermato a riflettere sul potenziale di questo medium: "Ho voluto approfondire e scoperto che molte persone che ammiro ci si sono buttate". In effetti, Rushdie ha ragione: negli ultimi anni sempre più personalità legate al mondo della cultura, del giornalismo e dello spettacolo hanno iniziato a utilizzare le newsletter. Basti pensare al successo riscosso dai profili Substack di personalità come Patty Smith, Michael Moore e Etgar Keret, che sfruttano questo strumento ormai da anni. Non mancano neppure esempi italiani virtuosi, come ad esempio l'eccellente newsletter Complotti, pubblicata settimanalmente dal giornalista Leonardo Bianchi, Medusa, curata da Nicolò Porcelluzzi e Matteo De Giuli e dedicata al racconto dell'Antropocene, o Good Morning Italia, una rassegna stampa giornaliera di cui si servono sempre più testate. Insomma: le newsletter sembrano rappresentare il futuro. E pensare che erano considerate dai più come degli strumenti giurassici, timidi retaggi degli anni Novanta destinati a scomparire: largamente utilizzate fino a qualche anno fa, sono cadute in desuetudine quando l’email marketing ne ha fatto un impiego spropositato e aggressivo, rendendole quasi indistinguibili dallo spam.

A cosa è dovuta la rinascita delle Newsletter?

La revanche delle newsletter è da imputare, in primis, all'attività di alcuni giornalisti indipendenti, perlopiù americani, alla ricerca di un canale, diretto e al riparo da qualsiasi tipo di influenza, in cui proporre contenuti ai propri lettori in maniera libera, senza tenere conto di spazi, tono di voce o norme editoriali vetuste; inoltre, è ovviamente un fenomeno legato a doppio filo alla crisi che ha travolto l'editoria, che ha spinto i professionisti dell'informazione a ricercare modalità innovative per sbarcare il lunario. Una strada che intende percorrere anche Rushdie, che proporrà agli iscritti contenuti variegati: “Ho intenzione di inventare man mano che vado avanti, ma ho alcuni punti di partenza”, ha spiegato lo scrittore in un'intervista concessa al Guardian. "A parte la novella, ci saranno racconti, pettegolezzi letterari (“purché non diffamatori”) e scritti sulla letteratura e sul cinema".

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