Il museo dell’11 settembre apre al pubblico
Un museo che racconta l’11 settembre e il World Trade Center; che ascolta e trasmette le storie di chi in quel giorno fatidico ha fatto la storia.
The National September 11 Memorial & Museum è finalmente pronto e da oggi 21 maggio è ufficialmente aperto al pubblico. Ha inaugurato il 15 maggio con una grande cerimonia, ma per 6 giorni si sono svolte esclusivamente preview private per le autorità politiche e le istituzioni della città di New York e soprattutto per le famiglie delle vittime, per i soccorritori, per i residenti di Lower Manhattan, per tutti coloro che dopo gli attacchi intervennero a prestare aiuto.
Così oggi a Ground Zero un museo racconta l’11 settembre con immagini ed oggetti, sviluppandosi principalmente sottoterra, dove delle Torri Gemelle c’erano le fondamenta, in piccole parti preservate e visibili. Si trova quindi sotto Memorial Plaza, una piazza alberata che dal 2011 ricorda e onora le 2983 vittime degli attacchi al World Trade Center (quello del 2001 e quello del 26 febbraio 1993) attraverso due piscine riflettenti progettate nelle orme delle due torri. È in questa piazza che si erge la struttura d’ingresso del museo ideata dallo studio Snøhetta: un padiglione dalla superficie specchiante che riflette tutto il panorama circostante, i grattacieli, le torri e le gru al lavoro nel WTC, racchiudendo così in sé il passato, il presente ed il futuro.
Historical Exhibition, Memorial Exhibition e Foundation Hall sono le tre sezioni progettate da Thinc, Local Projects e Layman Design per il museo che porta la firma dello studio d’architettura Davis Brody Bond. Nei 10.000 metri quadrati del sito archeologico di Manhattan, materiali d’archivio, installazioni multimediali, strumenti interattivi, oggetti personali e resti monumentali affrontano uno degli eventi cruciali della storia americana e mondiale, cercando di preservare nell’allestimento un equilibrio tra memoria, scala, emozione, rispetto, autenticità, e bilanciando esperienza individuale ed esperienza collettiva.
La memoria della tragedia non è trasmessa semplicemente dagli effetti personali delle vittime trovati tra le macerie o donati dalle loro famiglie; ma con più intensità e drammaticità è testimoniata dai monumentali frammenti delle Torri collassate, da tutto quell’acciaio deformato e distorto che non ha retto agli attacchi. Con parti di quell’acciaio recuperato dopo il crollo sono state forgiate le lettere della citazione virgiliana esposta nella Memorial Hall del museo, “No Day Shall Erase You From The Memory Of Time”, circondata dai 2983 acquerelli in diversi toni di blu che costituiscono l’evocativa opera di Spencer Finch, Trying to Remember the Color of the Sky on That Tuesday Morning.
Le foto e gli oggetti delle vittime raccontano le drammatiche perdite; i tridenti d’acciaio delle strutture portanti delle torri, i resti delle scale in cemento, il frammento di uno degli aerei dirottati raccontano la violenza; le registrazioni audio di chi ha vissuto quei momenti raccontano la paura; i video dei soccorritori o l’autoscala dei vigili del fuoco schiacciata e distrutta raccontano il coraggio. Ogni frammento recuperato narra una storia commovente, come l’antenna radiotelevisiva che interruppe le trasmissioni in tutti gli Stati Uniti alle ore 10.28 con il collasso della Torre Nord o la rastrelliera con le biciclette che sono rimaste senza proprietari. Inoltre la collezione del museo è destinata ad ampliarsi con le donazioni di chi voglia fornire materiali che documentino il prima, il durante o il dopo gli attacchi.
Il museo dell’11 settembre si propone come luogo della memoria, ma anche come momento d’ispirazione, è stato detto durante la cerimonia inaugurale: con tono alternamente intimo e grandioso, esso intende ricordare le vittime, onorare gli eroi, preservare la storia ed educare le generazioni future attraverso esempi di coraggio, forza e compassione.