Il Museo del Prado di Madrid festeggia il bicentenario: le opere più famose prendono vita
Se c'è una cosa che contraddistingue l'espressione artistica è proprio la sua capacità di adeguarsi ai tempi, rinnovando costantemente il suo linguaggio. Ce lo ricorda il Museo del Prado di Madrid, che per celebrare il suo bicentenario, ha scelto di affidare al regista italiano Rino Stefano Tagliafierro il compito di realizzare un video con al centro le principali opere ospitate dal grande sito spagnolo. Dopo il grande successo riscontrato dalle Experience, le varie mostre multimediali che trascinano lo spettatore in un'esperienza immersiva, sembra che per il mondo dell'arte stia per cominciare una nuova stagione, tutta improntata sul movimento e la dinamicità. Dopo il cortometraggio "Beauty", Tagliafierro è di nuovo pronto a stupire il suo pubblico con "Belleza y Locura" – realizzato in collaborazione con Giulia Formica e Enrico Ascoli -, facendo animare per qualche frazione di secondo le figure immobili sulla tela. Da El Greco a Goya, da Velázquez a Bosh: i capolavori dell'arte spagnola e fiamminga riprendono vita mostrando agli spettatori tutta la loro modernità.
Al Museo del Prado le opere rivivono in un video
Nel video di Rino Stefano Tagliafierro prendono vita le opere dei grandi della pittura che fanno parte della collezione del Museo del Prado di Madrid, che aprì le porte il 19 novembre del 1819. Il regista e visual artist italiano che cinque anni fa raggiunse il successo con "Beauty", un cortometraggio incentrato sulla bellezza della natura in cui alcune opere d'arte si animavano grazie all'animazione 2D, per l'occasione ha realizzato "Belleza y Locura" ("Bellezza e Follia"), un cortometraggio della durata di 4;16 minuti in cui una trentina di capolavori spagnoli e fiamminghi si muovono davanti agli spettatori. Tra i più famosi "Il giardino delle delizie" (1480-1490) di Hyeronimus Bosh, "Le tre grazie" di Pieter Paul Rubens (1638), "Las meninas" di Diego Velázquez (1656), "Il 3 maggio 1808" di Francisco Goya (1814), "La Maja desnuda" sempre di Goya (1800), "Saturno che divora i suoi figli" ancora di Goya (1823) e "Ragazzo seduto" di Manzano y Mejorada (1859). Come un dio creatore Tagliafierro infonde loro la vita, facendo rivivere i protagonisti della storia: così le tre grazie sembrano danzare mentre le armi della fucilazione del 3 maggio 1808 si preparano a dare fuoco. E l'effetto è assicurato: sembra di vivere nel 1896 quando "un treno diretto alla stazione di La Ciotat" stava per investire tante persone. Allora la colpa era dei fratelli Lumière, questa volta la magia ha la firma di Tagliaferro.